“A brevissimo restituiremo i corpi di Viviana e Gioele ai familiari. Non lo faremo per rispondere alle sollecitazioni negli ultimi giorni, ma perché riteniamo che i tempi siano maturi”, così dice il procuratore di Patti Angelo Cavallo.
C’è una scadenza: entro fine luglio i familiari potranno tumulare le salme e verosimilmente l’inchiesta sulla tragedia di Venetico sarà chiusa. Si saprà come sono morti Viviana e Giole. I corpi furono ritrovati in una zona boschiva sotto l’autostrada Palermo-Messina. Era il 3 agosto dell’anno scorso madre e figlio di appena quattro anni, sparirono. Lei, ritrovata dopo 5 giorni senza vita sotto un traliccio. Il bimbo dopo 17 giorni, dilaniato dai cani e fallo animali selvatici. Cavallo risponde a distanza a Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e papà di Gioele. Lo fa, però, precisando che non c’è alcun intento polemico nei riguardi di parenti e legali con i quali c’è stata “una interlocuzione costante” anche sulla necessità di tenere i corpi in deposito.
Cavallo aggiunge che si è trattato di “un’indagine complessa con centinaia di reperti disseminati in una vasta area e tutti da analizzare, ma “si è ancora dentro i tempi previsti dalla legge”.
Investigatori ed esperti, dice Cavallo, “hanno scandagliato tutte le ipotesi messe sul piatto dalla stessa difesa per non lasciare nulla al caso”.
Su quale sia il punto di arrivo dell’indagine il procuratore non si sbilancia. Si limita a dire che “noi abbiamo avuto un’idea chiara sin dal primo momento”. Infine ribadisce: “Stiamo aspettando il deposito finale delle reazioni dei periti che avverrà entro la fine di luglio. Comprendo l’ansia dei parenti e la loro legittima aspettativa di avere una sepoltura su cui deporre un fiore. Mi chiedo però, qualora avessimo restituito i corpi e ci fossimo accorti della necessità di acquisire un nuovo reperto, cosa sarebbe accaduto di fronte alla necessità di riesumare le salme”.