PALERMO- La propaganda no vax pesa, anche se le percentuali delle dosi salgono, ma la Sicilia deve ancora recuperare dal punto di vista complessivo delle vaccinazioni.
“Prime vaccinazioni cresciute, ma…”
“Ieri in Sicilia sono cresciute le prime vaccinazioni, oltre diecimila, ma ancora non basta. Il mio invito è, e resta, lo stesso: prenotarsi e proteggersi, perché non possiamo pagare il prezzo altissimo di ospedali pieni e attività economiche a rischio. Nei prossimi giorni avvieremo una nuova campagna di informazione: sono convinto che esistano persone che hanno bisogno di maggiori risposte ai loro quesiti, gente ben diversa da chi pensa di sovvertire il buon senso e le istituzioni come i troppi sedicenti no-vax/no-pass”. Sono parole dell’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, a margine di un evento in corso a Gangi, nel Palermitano. E sono parole, soprattutto, che raccontano in parte i danni provocati dal fenomeno no vax. Con tutti i rischi noti per salute ed economia.
“Solidarietà ai minacciati”
“Voglio esprimere – prosegue l’assessore – la mia più viva solidarietà ai troppi che stanno ricevendo in queste ore attacchi e minacce da parte di sedicenti no-vax che, forse, pensano di intimorire chi sta in prima linea, diffondendo informazioni del tutto infondate. Vorrei che parlassero con chi vive le corsie delle intensive o con quanti oggi sono pentiti di aver ritardato la propria vaccinazione. In nessun caso la violenza, anche solo verbale, può essere tollerata”.
Le minacce e gli insulti
Le minacce e gli insulti, infatti, non mancano da parte di certo mondo no vax. Una persona perbene finita nel mirino è il professore Antonio Cascio, infettivologo palermitano, che ha raccontato: “Mi sono arrivati insulti e minacce via telefono, via chat e pure via mail. Io non mi spavento certo degli insulti, ma, davvero, c’è un clima di esasperazione che non fa bene a nessuno. Ritengo sia un dovere quello di contrastare le fake news sui social. E’ giusto che io, come uomo di scienza, dia le informazioni corrette e sia anche un punto di riferimento per lo smarrimento di tanti che, naturalmente, in questa confusione, possono sentirsi a disagio”. Si tratta di uno dei tanti esempi che si possono fare.
La situazione sconfortante in Sicilia
Le brutte notizie non mancano e si susseguono: in cinque regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia) sale il tasso di occupazione delle terapie intensive dei pazienti Covid, arrivando fino al 13% nelle due isole maggiori, sopra la soglia d’allerta del 10%. E’ il dato che emerge dal monitoraggio di ieri a cura dell’Agenzia Nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas), di ieri, 30 agosto.
Zona gialla flop
La zona gialla, intanto, è già un flop annunciato. Poche mascherine in giro e molte tenute sul braccio, anche all’aperto. C’è caldo. Ma c’è pure scarso senso di responsabilità.