Amministrative, se da sconfiggere c'è l'astensione: i comuni al voto

Amministrative, incognita astensione: i comuni al voto

Ultime informazioni utili prima del silenzio elettorale

CATANIA – Si sa: l’orologio politico siciliano batte in maniera sempre diversa da quello nazionale. Persino nel bel mezzo della medesima finestra amministrativa d’autunno, la Sicilia fa di testa sua: fissando il primo turno mentre le altre piazze del Paese già corrono dritte verso il ballottaggio. Anche questa è autonomia. Nel bene o nel male, è così. Il rischio da scongiurare è e resta l’astensione, di fatto il partito che ha incassato la maggioranza assoluta nel voto della scorsa domenica.

Nell’Isola c’è però un ingrediente in più. Nei grossi comuni si andrà al ballottaggio soltanto se nessuno dei candidati raggiungerà quota 40%. Persino questo tetto è figlio dell’autonomia di cui gode la Sicilia. Perché una soglia ribassata del 10% rispetto al resto d’Italia determina una differenza sostanziale. Tuttavia, il fatto che il traguardo sia stato anticipato può in alcuni casi rendere la prima tornata ancora più accanita. Può, ma non è detto.

Nel Catanese si vota ad Adrano, Caltagirone, Giarre, Grammichele e Ramacca (per Misterbianco c’è ancora tempo perché sono le prime elezioni post scioglimento per mafia degli organi comunali).  Nella città che fu di don Luigi Sturzo, Mario Scelba e Silvio Milazzo, va in campo la sfida decisamente più succosa. Con il centrodestra al completo (Sergio Gruttadauria) che si confronterà sul campo  (Fabio Roccuzzo) con un anticipo di “Ulivo a Cinque Stelle”.  La corsa è tuttavia a quattro. Gli altri due concorrenti sono Roberto Gravina (sostenuto da Caltagirone sempre e per sempre) e Giuseppa Leotta (Zia Peppina). 

In tutte le altre piazze la mappa delle coalizioni è assai variabile. Se anche ad Adrano fa capolino l’intesa giallorossa (Vincenzo Calambrogio), il centrodestra si divide sull’Udc Carmelo Pellegriti e su Fabio Mancuso, che incassa il sostegno autonomista. In campo anche i civici Gaetano Birtolo e Agatino Perni. 

L’altra piazza prestigiosa è Giarre. Qui sono cinque i candidati sindaco concorrenti e sono, più che da altre parti, i civici a prevalere (sebbene con il sostegno di partiti indeboliti). L’uscente Angelo D’Anna sarà sfidato da Leo Cantarella (sostenuto, tra gli altri, dal Quadrifoglio di Luca Sammartino e dai meloniani di Conservatori e Riformisti), Patrizia Lionti (proveniente da Fdi), Leo Patané (con lui Forza Italia e la Dc di Totò Cuffaro) ed Elia Torrisi (Giarre 2050, progetto che richiamato già nel logo il neo indirizzo contiano del M5s). 

A Grammichele, dove si vota con il maggioritario, il cinque stelle Giuseppe Purpora punta al bis, con il sostegno di alcuni pezzi del Pd. Gli altri pezzi sosterranno invece Pippo Greco, portato anche dalla sezione locale di Forza Italia. Nella partita ci sono anche i civici Davide Malaspina e Antonio Aiosa. 

Sfida da Cavalleria rusticana a Ramacca, dove lo sfiduciato Pippo Limoli (già deputato Ars del Pdl) se la vedrà direttamente sul campo con il suo ex presidente del consiglio comunale, Giuseppe Lanzafame. Ma la sfida è a quattro. Tra le poche donne in campo, c’è la pentastellata Teresa Corallo e il sindacalista Nunzio Vitale. 


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