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Sicilia, ex Province: il voto a gennaio potrebbe saltare

Presentato da Calderone un ddl sottoscritto trasversalmente per la proroga.

PALERMO – Ex Province: il voto a gennaio potrebbe saltare. Del domani non vi è certezza e nemmeno delle elezioni di secondo livello nelle tre città metropolitane di Palermo, Messina e Catania e nei liberi consorzi comunali di comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.

Il ddl presentato da Calderone

Il governo regionale aveva fissato il 22 gennaio le elezioni di secondo livello, ma la data adesso potrebbe saltare e le motivazioni sono tutte politiche. L’onorevole Calderone di Forza Italia ha infatti presentato un disegno di legge, sottoscritto trasversalmente da colleghi di maggioranza e opposizione (Di Mauro, Barbagallo, Catalfamo, Lentini e Lo Curto) per prorogare l’appuntamento elettorale. In un periodo compreso tra giugno e dicembre del 2022. Un provvedimento che nascerebbe per via dei tempi stretti previsti per mettere a punto le macchine elettorali (liste da consegnare entro il 2 gennaio), ma che risponderebbe anche ad altre considerazioni dal sapore pienamente politico.

Palermo, Messina e Catania

Al centro del ragionamento ci sono le prossime amministrative palermitane di maggio e non solo. A febbraio il sindaco di Messina, Cateno De Luca, si dimetterà per correre alla presidenza della Regione. E a completare il quadro c’è la situazione catanese che potrebbe rivelare delle sorprese, in attesa che arrivi il verdetto della consulta sulla vicenda di Salvo Pogliese. Insomma, i nuovi vertici delle tre città metropolitane sarebbero eletti da maggioranze in scadenza e poiché in caso di rinnovo del Consiglio del Comune capoluogo della Città metropolitana si procede a nuove elezioni del Consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del nuovo sindaco il rinvio potrebbe scongiurare questo scenario. Insomma, per qualcuno le elezioni sarebbero inutili anche in considerazione del fatto che i tre sindaci metropolitani potrebbero cessare le loro funzioni immediatamente dopo le elezioni di gennaio con le relative conseguenze ex lege.

La Dc non ci sta

A opporsi nettamente alla proposta che presto sarà votata dall’aula c’è la nuova Dc di Cuffaro. È veramente vergognoso rinviare per un altro anno le elezioni degli Organi istituzionali delle ex province siciliane, oggi città metropolitane. Mi auguro che almeno questo anno di ritardo serva a cambiare le modalità di votazione  (oggi con elezioni di 2°grado) che dovranno essere per elezioni dirette del presidente e scelta con sistema proporzionale con preferenza nella scelta dei consiglieri”, ha commentato. Pippo Enea, vice Commissario regionale della nuova DC


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