PALERMO – Sotto sequestro finisce un impero da 100 milioni di euro. La Divisione anticrimine e il Servizio centrale anticrimine hanno eseguito un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina, su proposta del procuratore della Repubblica e del questore, nei confronti di Santino Napoli e Giuseppe Busacca.
Dell’elenco dei beni che passano in amministrazione giudiziaria fanno parte cooperative sociali, aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, lussuose ville nella zona di Milazzo e sui Nebrodi, conti correnti e depositi bancari all’estero (son stati congelati).
L’ex consigliere comunale
Santino Napoli, infermiere in pensione, ex consigliere comunale di Milazzo, è stato condannato con sentenza non ancora definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Sarebbe legato ai boss barcellonesi. Attualmente si trova agli arresti domiciliari. Ha differenziato le sue attività, gestendo anche le discoteche Inside e Babylon (attraverso una società che non è stata sequestrata).
Grazie al suo aiuto i mafiosi avrebbero messo le mani su una serie di appalti pubblici. Le imprese dei boss facevano il pieno di commesse e quando erano altre imprese ad aggiudicarsi i lavori le stesse dovevano pagare il pizzo.
Un intreccio di affari
Indagando sull’ex consigliere la Procura di Messina diretta da Maurizio de Lucia ha scoperto l’intreccio di interessi economici con Busacca, noto imprenditore milazzese, attivo da moltissimi anni nel campo della pubblica assistenza e della formazione, titolare di numerose cooperative sociali, aziende agricole e allevamenti. Bisacca è indagato per concorso esterno, riciclaggio, impiego di capitali illeciti e truffa aggravata in danno dello Stato.
Il ras dei servizi sociali
Busacca avrebbe fatto fortuna grazie ai finanziamenti pubblici e sfruttando un imponente giro di false fatturazioni per operazioni inesistenti. In poco tempo sarebbe diventato il ras dei servizi socio-assistenziali gestiti a Messina, Milazzo, Taormina, in altri comuni della provincia messinese, ma anche a Roma e in Sardegna.
E scavando ancora si è scoperto che attraverso una fitta rete di prestanome Napoli e Busacca avevano aperto discoteche, sale per cerimonie, lounge bar, ristoranti e alberghi. Tra i beni sequestrati ci sono Villa Agnese e l’hotel Petit di Milazzo.
Hanno avuto 500 mila euro di fondi Covid
Investimenti su investimenti, società su società impegnate nell’assistenza agli anziani, trasporto disabili e studenti, assistenza domiciliare, case rifugio per minori stranieri, emarginati, disagiati, attività di sportello sociale per famiglie in condizioni disagiate, servizi di segreteria e pulizie nei poliambulatori pubblici gestiti dalle Aziende sanitarie locali. Le quattordici società ora sequestrate hanno ottenuto 500 mila euro di finanziamenti per l’emergenza Covid.
Hanno accumulato una montagna di soldi, utilizzati per costruire case e hotel di lusso. Oppure per creare fondi neri all’estero. Ora finisce tutto sotto sequestro e ad entrambi viene applicata la sorveglianza speciale. Sono ritenuti socialmente pericolosi.