Il premier Draghi mette nel mirino (metaforico) i no vax con parole esplicite: “Gran parte dei problemi che abbiamo oggi è dovuta ai soggetti non vaccinati. L’invito è quello di continuare a vaccinarsi”. Ma se questo è il problema (e il problema, come dimostrano anche i dati siciliani è questo) la conseguenza strettamente logica sarebbe l’obbligo senza distinzioni, perché il relativismo dei provvedimenti, per quanto innovativo, non basta. Si comprendono le resistenze politiche e sociali che rendono il passaggio complicato. Ma il governo Draghi è lì anche per superare difficoltà che risulterebbero indigeste a tutti gli altri. O no?
Altro passaggio delicato sulla scuola: “Nella gestione della pandemia vogliamo essere cauti. Vogliamo cercare di minimizzare gli effetti economici sociali e soprattutto sui ragazzi e le ragazze che hanno subito più di tutti gli effetti degli chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione. La scuola è fondamentale e va protetta”. Ma nessuno ha chiesto di chiudere la scuola per un periodo lunghissimo. Siamo sicuri che tre settimane di Dad, in attesa (si spera) che il picco sia raggiunto rappresentino un ostacolo insormontabile?
Di ‘ma’ in ‘ma’ rimane più di una perplessità. Forse (anche) perché, nel dibattito, è entrata – e si vede – la politica politicante con vista sul Quirinale. E i contraccolpi appaiono visibili, nella sommatoria dei piccoli giochini del Palazzo. Speriamo bene e non ci resta altro da fare. La salute e la vita delle persone sono le uniche cose che contano.