Sicilia, ospedali pieni di non vaccinati: gli altri malati a casa

Sicilia, ospedali pieni di non vaccinati: gli altri malati a casa

La libera scelta di alcuni. Che penalizza tutti, mentre fioccano le riconversioni.

Il problema è drammaticamente semplice, perché la Sanità non è un contenitore che si può allargare a piacimento. Servono sforzi, organizzazione e spazi, certo. Ma servono anche professionisti. Non si possono aprire nuovi ospedali senza medici, né infermieri. E il problema si riassume così: la libera scelta di alcune persone di non vaccinarsi sta mandando sottosopra il sistema, anche in Sicilia. Perché sono i non vaccinati, soprattutto, a contrarre il Covid in forma grave e dunque ad avere bisogno del ricovero. E sono loro che stanno provocando la riconversione dei reparti, sottraendoli, di fatto, ai malati con altre patologie. Il principio di base non si discute: il sofferente deve essere curato e ogni polemica va spenta davanti al dolore. Ma anche i guai di chi subisce l’irrazionalità delle decisioni altrui meritano diritto di cittadinanza nel tragico racconto di una pandemia.

Dice il dottore Baldo Renda, primario della Terapia intensiva Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo: “Su quattordici pazienti, anche se il dato è in aumento, ci sono dodici non vaccinati. Assolutamente sì, in una situazione del genere, l’accesso alle cure degli altri pazienti può subire un rallentamento. E si tratta persone con patologie importanti, con la necessità di diagnosi veloci. Le riconversioni di reparti ordinari hanno senz’altro un peso”.

I cambi di stato, da non Covid a Covid, sono all’ordine del giorno. Per esempio, da oggi, secondo una circolare, devono essere attivati quaranta posti letto Covid al Policlinico ‘Paolo Giaccone’, da trovare pure ‘favorendo le dimissioni e i trasferimenti dei pazienti attualmente ricoverati’, come si legge in una nota, e mettendo più personale su quel fronte. Attenzione: non vuol dire che si mandano tutti a casa, ma che – dovendo fare di necessità virtù – si valuterà con attenzione chi può essere dimesso e chi trasferito per lasciare spazio. Sono le conseguenze dell’afflusso ascrivibile, specialmente, a chi non si protegge. Si poteva fare di più per la Sanità a livello politico? E’ un dubbio legittimo. Ma nessuna coperta, tirata fino allo stremo, è comunque infinita. “Penso che tra dieci giorni saremo al plateau – dice il dottore Renato Costa, commissario per l’emergenza -. Non c’è dubbio, senza i non vaccinati, che a Palermo sono circa l’ottanta per cento dei ricoverati, non avremmo nessuna pressione sugli ospedali”.

“Si va avanti con le riconversioni – dice Giuseppe Bonsignore, del sindacato Cimo – ma questo comporta sospensioni di attività ambulatoriali, ritardi e disagi. Sta accadendo in Medicina e Gastroenterologia del ‘Cervello’, come in Ginecologia, con conseguenze pesanti per i malati, per chi ha bisogno di un controllo o di un ricovero o di una visita. E’ necessario vaccinarsi”. Sono ancora altri pazienti che resteranno a casa per il pienone Covid. E si moltiplicano i focolai ospedalieri, come abbiamo raccontato qui. Nel frattempo, il pronto soccorso del ‘Cervello’ continua a riempirsi, con tutta la tensostruttura, con circa sessanta assistiti e un indice di sovraffollamento del trecento per cento.

Questo è dunque il quadro. Ci sono persone che non si vaccinano. Ci sono i no vax. E c’è chi rivendica ed esercita il diritto di scegliere, in assenza di un obbligo diretto. Ma può esistere una libertà che mette a repentaglio la salute degli altri?


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