CATANIA – Si chiude la fase istruttoria del processo per l’omicidio del segretario Dc di Misterbianco Paolo Arena. Un delitto rimasto irrisolto per quasi trent’anni. Oggi la Corte d’Assise di Catania ha ammesso una nuova produzione da parte del pm Marco Bisogni. Entrano nel fascicolo le dichiarazioni che un collaboratore di giustizia ha reso in un processo a Prato.
A novembre, dunque, ci sarà la requisitoria del pm che analizzerà punto per punto l’indagine che ha permesso di poter dare un volto a chi, quel lontano giorno del 1991, ha ammazzato a pochi passi dal palazzo di città il politico misterbianchese. Il fulcro centrale del dibattimento sono state le dichiarazioni del pentito Luciano Cavallaro, che con le sue confessioni ha permesso di riaprire il caso.
Il collaboratore, ex soldato del clan Nicotra di Misterbianco, ha puntato il dito contro Nino Rivilli, nel ruolo di killer, e di Gaetano Nicotra (fratello del boss ucciso nel 1989 Mario u Tuppu), nel ruolo di mandante. Arena sarebbe stato punito per aver aiutato clan rivale (quello del defunto Pippo Pulvirenti, ‘u Malpassotu) nell’aggiudicazione degli appalti.