Ecco il riutilizzo “sociale” dei beni confiscati alla mafia: stamane gli agenti della sezione investigativa del commissariato Zisa di Palermo hanno stanato Filippo Maurizio Polizzotto, latitante dal 2009, accusato di rapina e altri reati. Il ricercato è stato scovato in una villa, un bene confiscato alla mafia, in via Trabucco, dove l’uomo aveva ricavato un bunker sotterraneo, dove è andato a nascondersi alla vista dei poliziotti.
Il bene è stato confiscato a Girolamo Biondino, dell’omonima famiglia mafiosa palermitana, autista personale del ‘capo dei capi’, Totò Riina, nel 1993, provvedimento divenuto irrevocabile nel 1998 e assegnato al comune di Palermo dal Demanio nel 2007.
Stamani, alle 6 circa, grazie anche all’ausilio del reparto Volo di Palermo, gli agenti hanno scavalcato la recinzione e circondato l’immobile. Hanno bussato alla porta ma nessuno ha risposto e quindi hanno fatto irruzione in casa dalla porta posteriore. Il latitante non era dentro ma non poteva neanche essere altrove: il volo a bassa quota dell’elicottero controllava tutta la zona.
I poliziotti hanno, quindi, cercato ancora più a fondo notando una rientranza nel corridoio della casa, coperta da un mobile che, una volta spostato, mostrava una botola. All’interno di questa una scala in ferro che portava a un locale sotterraneo. Una volta dentro, Polizzotto è stato notato mentre si nascondeva dietro un pilastro. Gli agenti l’hanno immobilizzato e arrestato. Il latitante era ricercato per due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal tribunale di Monza (sezione distaccata di Desio). L’uomo deve scontare otto anni di reclusione.