Alla fine il ddl sulle riserve agli enti locali è passato. Ma che fatica. La norma, che già aveva, di suo, una storia assai complessa (approvata in commissione, un passaggio in aula e un ritorno indietro in commissione) è passata con 51 voti a favore, due contrari e due astenuti. Ha vinto, alla fine, la necessità di dare ai comuni quella boccata d’ossigeno fondamentale per poter chiudere i bilanci.
Tra i Comuni, però, ad aver ricevuto poco degli 80 milioni complessivi previsti nel ddl (o meno di quanto, forse, gli servisse) è stato proprio il capoluogo. Con un emendamento firmato, tra gli altri, da Scoma, Aricò, Campagna e Dina, i deputati dell’Ars hanno provato a ottenere un finanziamento di ulteriori cinque milioni per risolvere l’emergenza Gesip. Ma l’Ars non ha approvato. Questo subemendamento, del resto, era stato annunciato da una strana “chiamata alle armi” bipartisan, con Alberto Campagna e Davide Faraone a “serrare le fila” per far ottenere qualcosa al capoluogo.
Spariscono i soldi per i “comuni virtuosi”
Le modifiche sostanziali apportate in commissione e approdate in Aula, riguardano i finanziamenti ai comuni “virtuosi” nella raccolta dei rifiuti. Scompare quasi (da otto milioni e mezzo milione) questo fondo, mentre spunta il sostegno all’aeroporto di Birgi, danneggiato dalle operazioni di guerra (due milioni) e quello per le saline del Trapanese. Interventi fortemente voluti da Giulia Adamo che, del resto, la scorsa settimana aveva richiesto per prima il ritorno del ddl in commissione, oltre che da Livio Marrocco e Paolo Ruggirello. Scendono di mezzo milione i finanziamenti a Scaletta Zanclea (paesino colpito dal violento nubifragio di due anni fa) e per l’aeroporto di Comiso, 250 mila in meno a Ragusa Ibla, 600 mila euro in meno per gli asili nido, e mezzo milione in meno per il trasporto interurbano. I tagli sono stati superiori agli undici milioni, ridistribuiti alla voce “Servizi socio-assistenziali” (4 milioni) e “contributi ai comuni per interventi di sostegno famiglie bisognose”. Più di un milione è andato alla Provincia di Enna per collegamento viario con Catania. Tra i subemendamenti votati in aula passa solo quello per la “restituzione” di un debito della Regione all’Atm di Messina, per un ammontare di quasi 2,3 milioni di euro.
Respinte le richieste dei siracusani
Ma di subemendamenti simili ne erano stati presentati parecchi. Molti per le città del Siracusano, promossi da Marziano, De Benedictis e altri (Ortigia, Noto, Augusta), ma l’Ars non li ha approvati. “Si va avanti senza criterio – ha detto Titti Bufardeci (FdS) – . Adesso ognuno presenta subemendamenti per le proprie città di riferimento”. “Questa legge – ha ribadito Lino Leanza (Mpa) – non può essere quella dei 20-30 comuni rappresentati dai deputati in aula. Catania – ha aggiunto – non ha avuto finanziamenti. Devo chiedere ai colleghi catanesi di chiedere fondi per il nostro splendido centro storico? O ripristiniamo il criterio iniziale o, per quanto mi riguarda, non sarò disponibile a stare in quest’aula in minuto in più”.
Bocciato l’emendamento “salva-Gesip”
Come detto, bocciato il subemendamento “salva Gesip”, sottoscritto dai partiti della maggioranza e “avallato” da Davide Faraone (Pd). “Il Comune di Palermo – ha detto Faraone – rischia il dissesto. So bene – aggiunge – che si tratta di un Comune mal amministrato, ma se non interveniamo, i danni sarebbero serissimi. Ricordiamoci che entro l’anno bisognerà restituire cinque milioni al governo. E quei soldi non ci sono”. Gli ha fatto eco Alberto Campagna, che ha invitato direttamente Faraone a “preparare gli emendamenti per difendere la città” e ha esteso l’invito a tutti i colleghi palermitani: “Voi – ha detto Campagna – state a Palermo tre giorni alla settimana. Rendetevi conto che questa città è sull’orlo del dissesto. Presto verrà messa a ferro e fuoco. Presto nessuno di voi potrà circolare tranquillamente”. Il finanziamento, intanto, non arriverà da questo ddl. Il Comune dovrà cercare quei soldi altrove.