Essere turisti, a Palermo, non è sempre una cosa facile. Se ne sono accorti, a loro spese, i (pochi) visitatori del Palazzo di Città. Costruito nel 1400 e sede del consiglio comunale, Palazzo delle Aquile è uno dei monumenti più belli del capoluogo siciliano: dall’atrio al piano nobile, passando per la Sala delle Lapidi con il suo tetto a cassettoni e l’imponente lampadario, il sito è pieno di dipinti, sculture e opere d’arte che raccontano la storia della città.
Niente di strano, quindi, che i turisti vogliano visitarlo. Di strano, in realtà, c’è ben altro. Il turista, giunto in Piazza Pretoria, non trova alcuna indicazione: non un cartello o una segnaletica che gli permetta di capire che il Palazzo è visitabile. Ma se fosse spinto da semplice curiosità o dotato di notevole intuito, si imbatterebbe nel primo ostacolo: la portineria. Davanti i due ingressi, infatti, uscieri e vigili urbani regolano i flussi di entrata e uscita ma difficilmente sarebbero in grado di rispondere alle domande di un visitatore straniero. E la colpa non è certo loro: l’accoglienza dei turisti o la conoscenza delle lingue non rientra fra i loro compiti.
Ma se anche il turista parlasse italiano o riuscisse a farsi capire, ecco il secondo ostacolo: il biglietto. Non è possibile farlo a Palazzo delle Aquile, infatti, perché manca un’apposita biglietteria. Il visitatore sarebbe costretto, quindi, ad andare alla Galleria d’Arte Moderna di Sant’Anna, a circa 900 metri, per acquistarlo. Scriviamo “sarebbe” perché non sempre il turista è disposto a farlo: sebbene la distanza sia relativamente modesta e ci vogliano meno di cinque minuti, non tutti i visitatori sono pronti a spostarsi e ritornare. Ma se anche il turista fosse armato di buona volontà e fosse pronto a un piccolo sacrificio pur di visitare il Palazzo, ecco il terzo ostacolo: la guida. Nell’atrio, davanti a un tavolino, ci sono due dipendenti comunali il cui compito è semplicemente quello di consegnare un depliant o di indicare, sommariamente, il percorso da seguire. Non è disponibile una guida, a meno di non prenotarla prima, né ci sono audio-guide che possano permettere ai visitatori di far da soli, solo un totem elettronico nell’atrio che dà alcune informazioni. Ma se anche il turista potesse fare a meno di una guida, ecco il quarto ostacolo: il percorso.
Nel Palazzo, infatti, sono presenti qua e là solo dei pannelli con delle informazioni, ma nessun percorso guidato. Il turista potrebbe girovagare nel Palazzo senza alcuna guida o indicazione, finendo perfino dentro gli uffici. I vari uscieri possono dare delle indicazioni, ma solo in italiano. Può capitare, quindi, che alla fine di una seduta del consiglio, intorno alle 22, si veda una famiglia di turisti vagare per l’atrio del Palazzo smarrita e senza alcuna indicazione. Per non parlare di quando, a causa di manifestazioni o sedute del consiglio comunale, il sito non è visitabile completamente o in parte.
Anche per queste difficoltà, il biglietto non è particolarmente caro: due euro l’intero, un euro il ridotto. Le visite, prima gratuite, sono diventate a pagamento dal febbraio di quest’anno e, in sei mesi, sono stati venduti appena 637 ticket. Inoltre, il Palazzo non si presenta di certo nelle migliori condizioni: macchie di umidità sul tetto dell’Aula consiliare, fili scoperti, cablaggio carente. E fino a qualche mese fa, prima che venissero completati alcuni lavori urgenti, la situazione era anche peggiore. Esiste un progetto di recupero del sito, dell’importo di circa dieci milioni di euro, che non è stato però mai finanziato.
“Palermo deve puntare seriamente sul turismo – dice il consigliere del Pd, Ninni Terminelli, che ha annunciato la presentazione di una mozione e di un’interrogazione ad hoc – occorre quindi progettualità e organizzazione. E’ allucinante che i turisti vaghino nel palazzo senza sapere nulla di quello che visitano. Palermo non ha nulla da invidiare alle grandi capitali europee per la sua ricchezza artistica e monumentale, ma dobbiamo trasformarla in sviluppo. Chiedo un’immediata inversione di rotta. A Barcellona, per esempio, paghi nove o dieci euro ricevendo uno straordinario servizio che dà occupazione: migliaia di giovani lavorano con gli open bus. Perché non possiamo farlo anche qui?”.
I tour di Palazzo delle Aquile sono stati affidati, nel 2010, alla Civita Sicilia srl con il bando che ha dato in gestione anche altri siti, fra cui la Galleria d’Arte Moderna di Sant’Anna. L’amministrazione, lo scorso anno, ha infatti deciso di ampliare la platea di monumenti e palazzi da affidare ai privati, includendo anche Palazzo Palagonia e Palazzo delle Aquile. Una scelta al centro di un’inchiesta di “S” e di un servizio di “Striscia la Notizia”. “Noi ci atteniamo a quanto è scritto nel bando e nel contratto – dice Antonio Gerbino, responsabile della Comunicazione della Civita – non è certo colpa nostra se non c’è la biglietteria a Piazza Pretoria o mancano le audio-guide. Le visite sono solo su prenotazione per una scelta dell’amministrazione, bisognerebbe chiedere a loro. Anche perché ci è stato detto che gli impiegati comunali, per legge, non possono gestire la biglietteria”.
L’Ufficio di Presidenza di Sala delle Lapidi annuncia però provvedimenti: “Abbiamo raccolto subito la segnalazione del consigliere Terminelli – dicono il presidente Alberto Campagna e il vicepresidente vicario Salvo Alotta – ci stiamo muovendo per chiedere all’amministrazione di concordare con la società che gestisce il servizio soluzioni che possano ovviare al problema”.
Roberto Immesi