CATANIA – Cinquanta giorni senza assistenza, né quella di medici e specialisti né quella per le pulizie o operazioni come cambiare una cannula: è la condizione in cui si trovano diverse famiglie di malati di Sla, che denunciano di non ricevere più il supporto medico e infermieristico domiciliare per i propri cari dal primo di novembre scorso. “Non è possibile che siamo noi a pagare le colpe della burocrazia”, dice una paziente in un video. Inviata una seconda diffida a Sisifo.
Il video di denuncia
In particolare, nel video tre pazienti ammalati di Sla e i loro familiari lamentano non solo di non aver più ricevuto assistenza, ma di non aver avuto nessuna comunicazione da parte dell’Asp. “Dal primo novembre non ricevo assistenza domiciliare di nessun tipo – dice Antonio, marito della signora Santa – e non sono stato avvisato per niente sul fatto che non sarebbe venuto più nessuno. Tra le altre cose ci stanno mancando i presidi che ci erano stati assegnati”.
Dello stesso tenore la dichiarazione del marito di una malata: “Mia moglie è una malata Sla da sei anni e le deve essere garantita un’assistenza domiciliare sulle ventiquattro ore”. Fino al 31 ottobre a supportare la donna con Adi erano uno pneumologo, un’infermiera e un otorinolaringoiatra, ma dal primo novembre – è la denuncia – è sparito ogni supporto: “Senza alcuna comunicazione ufficiale – si sente nel video – sono stati sospesi i servizi per difficoltà operative legate al cambio di appalto. Dunque dal primo novembre stiamo sopperendo personalmente alla mancanza di infermiere, e non abbiamo nessuna notizia dallo pneumologo”.
Il video si chiude con un’altra parente, la figlia di una malata di Sla, che denuncia un’analoga sospensione dei servizi, con la fine delle visite da parte dello pneumologo e del fisioterapista, e la mancata comunicazione da parte dell’Asp: “Chiediamo delle risposte”.
La vicenda dell’Adi
L’appello video dei pazienti è solo l’ennesima tappa della guerra fredda dell’Assistenza domiciliare integrata, di cui Livesicilia aveva già raccontato. In seguito a una gara e a un iter travagliato, dal primo novembre di quest’anno il consorzio Sisifo è subentrato a Medicasa nell’erogazione dell’Adi. Il passaggio di consegne però ha causato delle frizioni, con pazienti che denunciano di non ricevere più assistenza e con i professionisti che prima erogavano il servizio che hanno deciso, per diverse ragioni, di non lavorare per il nuovo soggetto che eroga l’assistenza domiciliare.
I problemi nell’erogazione del servizio avevano spinto l’Asp a scrivere, nella prima settimana di novembre, una lettera di diffida nei confronti del consorzio Sisifo.
La diffida
Secondo quanto riferiscono fonti sanitarie a Livesicilia, l’Asp di Catania ha inviato ieri una seconda lettera di diffida al consorzio.