Mercati ortofrutticoli, alleanza criminale - Live Sicilia

Mercati ortofrutticoli, alleanza criminale

Tra mafia e camorra
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Nove ordinanze di custodia cautelare sono state notificate oggi a persone ritenute appartenenti a diverse organizzazioni di tipo mafioso operanti in Campania e Sicilia, tra cui Gaetano Riina, fratello del boss Salvatore, e Nicola Schiavone, figlio di Sandokan; entrambi erano già detenuti per altri reati. Le indagini hanno confermato l’esistenza di una spartizione degli affari all’interno dei mercati ortofrutticoli da parte delle principali organizzazioni criminose del nostro Paese e il monopolio del settore dei trasporti su gomma da parte del clan dei casalesi, alleato con la mafia siciliana. Entrambe le organizzazioni criminose traevano un rilevante vantaggio consistente per i casalesi nella gestione monopolistica di una agenzia, ”la Paganese”, che controllava tutti i trasporti dei prodotti ortofrutticoli relativamente ai mercati di Palermo, Trapani, Catania, Gela e Fondi, e per i siciliani nel libero accesso e di loro prodotti nei mercati della Campania e del Lazio con prevalenza rispetto agli altri operatori del medesimo settore. Le ordinanze, emesse dal gip Pasqualina Paola Laviano su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco, ricostruiscono un intero decennio di storia dei rapporti ed interessi economici ed imprenditoriali, di accordi e scontri, anche armati.

Gaetano Riina (nella foto), al quale il provvedimento è stato notificato nel carcere di Poggioreale, è accusato di concorso esterno nell’associazione camorristica dei casalesi. Nicola Schiavone, invece, risponde di illecita concorrenza per avere imposto la società La Paganese, controllata dalla sua famiglia, ”escludendo tutte le ditte operanti nel settore del trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli della Sicilia, della Calabria, della Campania e da e per il mercato di Fondi”. Ordinanze notificate anche ai fratelli Antonio e Massimo Sfraga, imprenditori agricoli siciliani e principali produttori italiani di meloni. Il gip li definisce ”imprenditori legati a Cosa Nostra ed in particolare legittimati ad esercitare la supremazia nel loro settore commerciale sulla base di un rapporto privilegiato e personale con la famiglia Riina e con la più stretta cerchia di imprenditori e uomini d’onore che ruotano intorno al noto latitante Matteo Messina Denaro.


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