Roberto Lagalla siede in prima fila e poi sale sul palco, prendendo posto accanto al segretario, con cui confabula per un po’. In prima fila c’è anche una radiosa Simonetta Vicari, seduta accanto a Dore Misuraca, l’amico ritrovato di Angelino. E non manca Francesco Scoma, fresco di barbiere, che al suo arrivo in Sala gialla scambia una gelida stretta di mano col magnifico rettore che ironizzò su Repubblica sul mancato invito alla festa per i cinquant’anni del deputato. Non è la kermesse che apre le primarie del Pdl per la sindaca tura di Palermo, ma poco ci manca.
L’occasione invece è l’inaugurazione della stagione dell’accademia di studi politici di Bartolo Sammartino, che ospita quest’anno la presentazione del best seller di Angelino Alfano “La mafia uccide d’estate”. Ad attendere il segretario del Pdl c’è tutto lo stato maggiore del partito. C’è il sindaco uscente Diego Cammarata, sorride defilato e pare rilassato. Arriva da Catania Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale, e si vedono un po’ di deputati regionali, come il capogruppo Innocenzo Leontini, Salvino Caputo e Azio Marinese, salutato affettuosamente da tanti. Manca curiosamente solo il padrone di casa, Francesco Cascio. “Ha saputo di questo appuntamento all’ultimo momento”, spiegherà poi Alfano.
La sala è gremita, si riempie persino la contigua sala rossa, quando arriva Alfano, che ai giornalisti parla del governo Monti e spiega che “le misure economiche non sono incolori o inodori come l’acqua e dunque prima di votarle dovremo verificarle”. Poi una risposta a Di Pietro, tacciato di ipocrisia perché ha prima votato la fiducia a Monti e ora cerca di farsi da parte, dice Angelino. Che frena sui sottosegretari: è affar di Monti e poi, “dopo li si nomina, meno li si paga”.
Di Sicilia Alfano parla presentando il suo libro. Ricorda il giorno in cui è diventato ministro a 37 anni: “Ho pensato subito a un siciliano, Rosario Livatino, ammazzato a pochi chilometri da casa mia a quella stessa età”. Parla del suo impegno personale, del tempo tolto alla famiglia, e parla di mafia, Alfano, e dei mafiosi “ladri di reputazione, di futuro e di speranza. E ladri anche di bellissime parole come onore, famiglia e dignità. Ma che dignità ha un uomo che fa inginocchiare un commerciante per sottrargli i suoi onesti guadagni?”. Applausi e bagno di folla al termine per gli autografi sul libro. Le primarie, per ora, possono attendere.