Si chiama sequestro per equivalente. Se non paghi le tasse, la finanza ti sottrae beni per un importo uguale ai soldi che non hai versato. L’ultimo provvedimento colpisce Alessio Giacalone, titolare della concessionaria Giacalone Auto di viale Regione Siciliana, a Palermo. Il nucleo di polizia tributaria ha scoperto una frode sul pagamento dell’Iva per oltre un milione e mezzo di euro. La truffa sarebbe stata compiuta sulle pratiche di immatricolazione di circa 190 autovetture importate dalla Germania nel biennio 2009-2010. Tutte, o quasi, vetture di lusso.
Gli investigatori le chiamano “frodi carosello Iva” e sono realizzate sui rapporti fra il venditore europeo e l’impresa italiana a cui è destinata la merce. Vengono costituite imprese che sfornano documenti per simulare operazioni inesistenti. Si finge un acquisto all’estero in regime di cosiddetta “sospensione” di Iva che andrebbe poi versata una volta venduta la macchina. Andrebbe appunto, perché la ditta nel frattempo sparisce e addio versamento
allo Stato dell’imposta. Per cercare di porre un freno a questo genere di frodi, molto diffuse nel mercato parallelo delle auto di lusso, dal 2005 il governo ha imposto agli importatori di inserire i mezzi in una banca dati gestita dalla Motorizzazione civile e solo dopo il pagamento dell’Iva può avvenire l’immatricolazione.
Fatta la legge trovato l’inganno. Il titolare della Giacalone Auto avrebbe escogitato il sistema per aggirare le regole: avrebbe dichiarato all’Agenzia delle Entrate che le macchine non erano destinate alla vendita ma al noleggio con conducente. Il legale rappresentante della società è stato denunciato per truffa aggravata e omesso versamento di Iva. Sotto sequestro su decisione del gip sono finiti: le quote della società, la sede, tredici macchine e una moto.