Pogliese, fissata la data del processo d'appello - Live Sicilia

Pogliese, fissato il processo d’appello: attese e scenari

Sono passati quasi due anni dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo.

C’è una data. Anche se è ancora lontana. Il 9 giugno 2022 si aprirà davanti alla Corte d’Appello di Palermo il processo battezzato dai cronisti ‘spese pazze’ all’Ars, che vede tra gli imputati il politico catanese Salvo Pogliese condannato lo scorso 23 luglio 2020 dal Tribunale palermitano a 4 anni e 3 mesi per il reato di peculato. Una sentenza di primo grado che ha fatto scattare, in applicazione della Legge Severino, la sospensione per diciotto mesi da sindaco di Catania. Un provvedimento prefettizio poi congelato dal Tribunale Civile di Catania a seguito di un’azione legale portata avanti da Pogliese con gli avvocati Claudio Milazzo ed Eugenio Marano. A dicembre del 2020, infatti, l’esponente di Fratelli d’Italia rientrò a Palazzo degli Elefanti dopo 4 mesi di sospensione in virtù di una sentenza del Tribunale Civile che riteneva dover interrogare la Corte Costituzionale su alcuni elementi di presunta incostituzionalità della Legge Severino sollevate dalla difesa di Pogliese. In questo intermezzo, nel gennaio 2021, sono state depositate le motivazioni del Tribunale penale sul processo per peculato. Un anno dopo è arrivata la decisione della Consulta che ha dipanato i dubbi: nessun vizio di incostituzionalità nella Legge Severino. E a quel punto è cominciato il countdown: il ‘congelamento’ infatti è decaduto nel momento in cui si è celebrata l’udienza davanti al Tribunale Civile che ha preso atto della valutazione della Corte Costituzionale. La difesa di Pogliese ha sempre ritenuto che la ‘sospensione’ in quanto misura cautelare non potesse essere ‘applicata’ nuovamente. La prefettura, in un lunedì colorato di nero per Salvo Pogliese, ha inviato un foglio A4 a Palazzo degli Elefanti dove evidenziava che tornava in vigore la sospensione firmata dall’ex prefetto Claudio Sammartino e doveva ‘scontare’ i 14 mesi residui. La decisione del Tribunale Civile è poi arrivata qualche settimana dopo. E leggendo il dispositivo i legali hanno immediatamente annunciato che sarà avviato un altro ricorso civile.

In questi due anni dalla sentenza di primo grado però è mancata la fissazione del processo d’appello che avrebbe in qualche modo potuto ‘blindare’ in un verso o in un altro – in caso di conferma di condanna o di assoluzione – la vicenda che ha avuto strascichi, inevitabilmente, anche politici. La Legge Severino è al centro di una proposta referendaria che però non ha avuto il sostegno di Giorgia Meloni. Una presa di posizione che ha creato non pochi malumori a queste latitudini. Ma Fratelli d’Italia punterebbe di più alle modifiche della legge (avanzate già dal Pd) che alla sua ‘abrogazione’ lasciando ‘troppa libertà interpretativa ai giudici’. 

Lasciando il terreno politico, torniamo al ‘campo’ giuridico penale. A giugno si aprirà quindi il processo d’appello frutto di un articolato ricorso della difesa – Pogliese è assistito dall’avvocato Giampiero Torrisi del foro di Catania – che ha puntellato pezzo per pezzo le argomentazioni del Tribunale sulle spese affrontate dal 2008 al 2012 ritenendole inidonee a supportare una condanna. A Pogliese sono state contestate due tranche di spese di 41 mila e 31 mila euro. Tra queste sostituzioni di porte e maniglie nello studio del padre commercialista, alberghi con la famiglia e i suoceri, e la retta scolastica del figlio. Il sindaco ha sempre evidenziato che si trattavano di somme che rappresentavano un rimborso alle anticipazione fatte per sostenere costi del gruppo parlamentare. Una tesi però che non convinse i giudici di primo grado che scrissero nelle motivazioni: “La confusione delle somme pubbliche con quelle del proprio patrimonio personale senza una giustificazione contabile costituisce peculato, non trovando spiegazione plausibile l’affermazione difensiva che si sia trattato di rimborsi per compensare anticipazioni di somme fatte nell’interesse del gruppo”. In molti ora si chiedono quanto durerà il processo d’appello. Troppo difficile fare pronostici, va considerato che nella prima udienza solitamente e per prassi saranno affrontate le questioni preliminare con le letture da parte del giudice relatore della sentenza di condanna e dei relativi ricorsi. Poi le parti, accusa e difese, potrebbero fare richiesta di riapertura della fase istruttoria prima di passare alle discussioni. I legali di Pogliese chiederanno sicuramente di fare delle acquisizioni documentali. Il percorso del processo, già nella fase iniziale, si interseca con la pausa di agosto. E questo farà ulteriormente slittare l’epilogo del processo di secondo grado. Molti auspicano che la sentenza d’appello possa arrivare prima del termine della sospensione (che dovrebbe terminare a conti fatti il prossimo marzo). In caso di assoluzione infatti  Salvo Pogliese dovrebbe essere reintegrato alla carica di sindaco di Catania. 


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