Per due settimane il destino di Salvatore Cappai e’ stato in bilico. Morire o sopravvivere restando paralizzato. Alla fine il rapinatore dello Zen non ce l’ha fatta. E’ deceduto giovedì scorso per arresto cardiaco. Inutili i tentativi di rianimarlo. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Era ricoverato al trauma center di Villa Sofia dal 28 marzo scorso.
Il giorno dell’assalto alla gioielleria Comito del quartiere Sperone, Cappai, 34 anni, faceva parte della banda di quattro persone che fecero irruzione nel locale di via Portella della Ginestra. Ignazio Figlia, marito della titolare del negozio, riuscì a disarmare uno dei banditi ed esplose due colpi di pistola. Un proiettile raggiunse Cappai al polpaccio, un altro al collo e gli trafisse le vertebre cervicali. Per alcuni giorni la sua identità e’ rimasta ignota. Poi, lui stesso, con il battito delle ciglia ha indicato la sua data di nascita tra i numeri scritti su una tavoletta. Cappai era incensurato e viveva allo Zen.
Sul fronte delle indagini, la Squadra mobile è alla ricerca dei tre complici. Ignazio Figlia ha sempre detto di avere agito per legittima difesa e gli investigatori non dubitano della sua buona fede.