Dietro le scommesse, la truffa. Ammonta a quasi mezzo milione di euro una frode ai danni dello Stato scoperta dal nucleo di polizia Tributaria della guardia di finanza di Palermo. Il titolare di quattro “Punto Snai” che si trovano in città, tra cui uno in pieno centro, era infatti riuscito ad alterare i dati da comunicare ai Monopoli di Stato. Un meccanismo collaudato, che in meno di tre anni gli aveva permesso – a fronte della raccolta di oltre 42 mila scommesse da parte di altrettanti giocatori, per un incasso di oltre mezzo milione di euro – di comunicare ai Monopoli un introito di meno di 80 mila euro.
Chiave della truffa, come ha scoperto il gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza, guidato dal maggiore Fabio Ranieri, l’alterazione del software-interfaccia tra una delle sue agenzie di scommesse e il “totalizzatore”. Quest’ultimo è un sistema informatico che registra, controlla ed elabora le giocate ricevute dai concessionari autorizzati: una volta manomesso, l’esercente era stato in grado di dirottare le giocate su un server parallelo a quello ufficiale dei Monopoli, in modo da registrare nel totalizzatore importi inferiori a quelli effettivi. In pratica, anche una giocata da sessanta euro, veniva registrate come una da due euro.
Risultato? La truffa ha sottratto alle casse dello Stato più di 460 mila euro. Le indagini, condotte dai finanzieri per mesi, hanno condotto alla scoperta della frode grazie ai riscontri sulla documentazione raccolta. Sono venute a galla grosse differenze tra tra gli importi realmente scommessi dai giocatori e riportati sui ticket loro consegnati dopo il pagamento, e quelli comunicati ai Monopoli. I reati a carico del titolare sono di truffa ai danni dello Stato, peculato e falsificazione, alterazione e soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche: per lui è scattata la denuncia alla procura di Palermo.