Condanne di quasi un terzo più alte di quelle chieste dal pm Marco Bisogni. Si chiude con sei condanne e un’assoluzione il processo ordinario nato dall’inchiesta Iddu che ha decapitato la cellula di Riposto del clan Santapaola Ercolano che avrebbe avuto al vertice Benito La Motta e la moglie Grazia Messina (condannati in abbreviato). La pena più severa – 27 anni – il tribunale di Catania presieduto dalla giudice Consuelo Corrao l’ha inflitta ad Antonio Marano, il killer delle carceri, che avrebbe avuto un ruolo di rilievo nell’organigramma del clan e inoltre avrebbe partecipato al pestaggio di un ‘rapinatore’ che aveva avuto la colpa di mettere a segno un colpo ai danni di una pizzeria ‘protetta’ dal gruppo mafioso. L’altra condanna più dura – 21 anni – è per Agatino Tuccio. I due inoltre sono accusati, ma stanno affrontando processi paralleli, per l’omicidio di Dario Chiappone. Mentre Marano sta affrontando il processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, Tuccio ha già concluso l’appello con una riduzione di pena.
Ma torniamo alla sentenza di primo grado del processo ‘Iddu’. Il tribunale ha assolto Salvatore Patanè dalle accuse. Gli altri imputati, invece, sono stati tutti condannati: Giancarlo Leonardo Cucè 12 anni e 45 mila euro di multa, Agatino Guarrera 6 anni, Graziano Leotta 5 anni e 6 mesi e a 12 mila euro di multa, Antonio Marano 27 anni, Davide Patanè 12 anni, Agatino Tuccio 21 anni e 8 mesi di reclusione. Fissati in 90 giorni le motivazioni della sentenza. Le difese (gli avvocati Enzo Iofrida, Salvo Epaminonda, Marco Navarria e Angela Chimento) hanno già annunciato il ricorso in appello. “Non voglio commentare ma posso anticipare che la corte d’appello avrà tanto lavoro”, dice Iofrida.