CATANIA. Indossava solo la maglietta. I pantaloncini gialli erano stati sfilati. Elena, la piccola di 5 anni uccisa dalla madre Martina Patti con 11 coltellate esattamente una settimana fa, era mezza nuda quando è stata trovata dai carabinieri dentro una fossa a Mascalucia martedì mattina. Per gli inquirenti un altro dettaglio che “acclara” la freddezza e la premeditazione dell’indagata a uccidere la figlia. Una ‘freddezza’ evidenziata anche nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip Daniela Monaco Crea che ha convalidato il fermo della Procura. Quegli indumenti sfilati a Elena per gli inquirenti sembrano voler simulare un tentativo di violenza prima dell’omicidio. Un altro tentativo di depistaggio dopo il finto rapimento con il commando armato.
Gli esperti della Sis di Catania e dei Ris di Messina hanno setacciato sabato il primo piano della villetta del civico 55 di via Euclide a Mascalucia dove madre e figlia vivevano assieme. Sono state trovate tracce di sangue nella fontana della doccia e su una gonna, sicuramente quella che indossava quando ha ucciso Elena con un coltello da cucina mentre il volto era avvolto in un sacco nero. Le tracce di sangue rinvenute” sono “da riporto” e quindi “si può con certezza escludere che l’omicidio sia avvenuto a casa”, precisa la Procura di Catania. Martina Patti, quindi, dopo aver seppellito il corpicino martoriato della bimba all’interno delle cinque buste nere di plastica con l’aiuto di una zappa trovata poi nascosta tra gli arbusti si è fatta una doccia per ripulirsi del sangue. Un altro tratto di ‘freddezza’ che rende ancora più orripilante il delitto di Mascalucia. Una fotografia totalmente contraddittoria rispetto a quell’abbraccio immortalato dalle telecamere dell’asilo Hakuna Matata di Tremestieri un’ora prima di ucciderla.
Un delitto pianificato? Per gli investigatori sì: hanno, infatti, contestato l’aggravante della premeditazione. E i riscontri arrivano anche dall’analisi delle telecamere di via Turati a Mascalucia, proprio nella zona del ritrovamento. Accanto all’ormai famoso cartellone in ferro da cui si accede al campo di pietra lavica c’è una telecamera che ha immortalato Martina Patti il giorno prima dell’omicidio posteggiare la sua Fiat 500. L’inquadratura non permette di vedere tutti i movimenti: ma tutto fa pensare che la fossa sia stata preparata 24 ore prima. E forse non a caso Elena passa la domenica (e la notte) dai nonni paterni. Sarà uno di loro infatti ad accompagnarla l’indomani mattina all’asilo.
Certo non potevano immaginare che quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrebbero rivisto viva la nipotina.