PALERMO – Agosto 2021. È il giorno di un incontro riservato. Così annotano gli investigatori della squadra mobile di Palermo. I poliziotti monitorano l’arrivo dei partecipanti.
Ci sono Pietro Tumminia, tornato in carcere nei giorni scorsi con l’accusa di avere guidato la famiglia mafiosa di Altarello, il suo presunto braccio destro Paolo Castelluccio, pure lui arrestato, e Giovanni Giordano della Noce, che in carcere c’è finito lo scorso maggio.
Arriva qualcun altro. I volti sono quelli noti di Carlo Giannusa e Mario Napoli. Un tempo erano gli “uomini nuovi” del clan di Resuttana. Sono liberi da tempo dopo avere finito di scontare la pena.
Si occupavano soprattutto di estorsioni quando a metà degni anni Duemila a dare gli ordini a Resuttana c’era Andrea Quatrosi. Carlo Giannusa era succeduto al fratello Sergio Giannusa, uomo di Salvatore Genova prima e poi di Gaetano Fidanzati, boss dell’Acquasanta. Mario Napoli, detto “Big Jim”, era figlioccio di Andrea Quatrosi da cui era stato ritualmente combinato per entrare in Cosa Nostra.
Le retate si susseguono. Per sopravvivere la mafia ha bisogno di trovare sempre nuovi capi ed è nell’elenco degli scarcerati che la cronaca impone di guardare.
Non è un caso che le informative degli investigatori sono piene di gente in libertà che si muove parecchio. Uno di questi è Salvo Genova che è stato reggente del mandamento di Resuttana.
Il suo nome di recente è venuto fuori nella vicenda dell’estorsione subita dai titolari di un’impresa che ha realizzato una palazzina in via San Lorenzo. Un giorno in cantiere c’era Salvo Genova. Forse la sua presenza era dovuta al fatto che gli imprenditori fossero parenti del boss Vincenzo Graziano, a cui Genova è da sempre legato.