E’ un giovane tra i venticinque e i trent’anni l’uomo annegato a Capaci. Non aveva documenti con sé, in queste ore si sta cercando di risalire alla sua identità. Tante persone, sulla spiaggia, l’hanno visto tuffarsi e poi accusare delle difficoltà, fino al tentativo, generoso quanto vano, di salvataggio. Giuseppe D’Angelo, collaboratore scolastico, era lì. Una foto scattata da lui e pubblicata sul suo profilo Facebook documenta la fase finale della tragedia, con il corpo, riverso sulla sabbia, coperto da un telone.
“Sono momenti che non si dimenticano – racconta Giuseppe -. Io l’ho visto questo ragazzo ed era seduto. Poi si è alzato per fare il bagno. Dopo un po’ l’abbiamo visto come se galleggiasse, in crisi. Qualcuno si è tuffato per aiutarlo, qualcuno ha chiamato i soccorsi. E’ arrivata l’ambulanza, non c’è stato niente da fare. Quando era seduto, stava fermo, io pensavo addirittura che dormisse. No, non si dimentica. Eravamo e siamo tutti sconvolti. Moltissimi bagnanti sono usciti dall’acqua”.
Le indagini sono condotte dalla Guardia Costiera. Il corpo del giovane è stato portato all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo per gli esami di rito che aiuteranno a risalire al nome e cognome. Sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Carini. Nessuno tra coloro che c’erano dimenticherà mai.