PALERMO – Avrebbe esercitato abusivamente l’intermediazione finanziaria, ma non è un usuraio. Cade l’accusa principale nei confronti di Vittorio Bullara, condannato a un anno di carcere con la sospensione condizionale della pena.
Il pubblico ministero aveva chiesto una pena più pesante: 3 anni e 9 mesi. Dopo il verdetto del Tribunale l’imputato, difeso dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Alessandro Martorana, è stato subito scarcerato.
Bullara, 65 anni, di Misilmeri, era ai domiciliari dal novembre 2020. Contestualmente gli sono stati restituiti 36 mila euro, immobili e terreni e il panificio “Le delizie del forno” che si trova in via Castellana, acquistato dalla figlia di Bullara nel 2011.
L’inchiesta era partita da una segnalazione anonima giunta alla guardia di finanza. Fu deciso di fare una perquisizione nell’abitazione di Bullara dove fu trivato un libro con i nomi dei creditori.
Una perizia, affidata dalla difesa al commercialista Giorgio Giacalone, ha fatto emergere che i tassi dei prestiti non erano usurari. Le presunte vittime hanno raccontato di non avere subito minacce e non gli era stato intimato di restituire i soldi e una data entro una data specifica.
Un suo cliente ha ricostruito una strana forma di prestito: “Quando io e la mia famiglia avevamo bisogno di vestiti per occasioni particolari mi recavo presso il negozio… e dopo essermi presentato a suo nome e acquistato ciò di cui avevo bisogno successivamente il signor Bullara provvederà a saldare il conto al negozio. Gli accordi erano che gli avrei dato i soldi con rate di 50 euro al mese fino ad esaurimento del debito”.