CATANIA. Lo affermano pentiti di mafia di lungo corso come Eugenio Sturiale e il particolare è confermato pure da collaboratori di giustizia più recenti come Silvio Corra. Tutti raccontano la stessa storia: gli appartenenti al clan del Malpassotu, un gruppo che in passato ebbe un ruolo quasi parallelo rispetto ai Santapaola ma poi cadde in disgrazia, oggi fanno tutti parte della galassia di uno dei più potenti clan siciliani: i Santapaola-Ercolano, capi indiscussi di Cosa Nostra in tutta la Sicilia centro-orientale. E al vertice del pericoloso gruppo di Lineri, un clan autoctono che trae il proprio “titolo” da un quartiere di Misterbianco – e che si muove praticamente in quasi tutti i paesi pedemontani, con licenze di agire pure dentro la città di Catania – nonostante la prolungata detenzione ci sarebbe Girolamo Rannesi, “uomo d’onore” già ritenuto un boss da sentenze definitive. C’è pure lui tra i destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito della cosiddetta operazione “Sabbie Mobili”, condotta dalla sezione antiestorsioni della squadra mobile di Catania.
Il capo, dunque, sarebbe Girolamo Rannesi, affiancato, soprattutto nei periodi di detenzione, dai fratelli Carmelo e Salvatore, e da Alfio Currao. Scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita l’altro ieri dalla polizia che, circa l’esistenza del gruppo di Lineri, “sull’inserimento dello stesso nell’alveo del clan egemone “Sentaopaola Ercolano” e sul ruolo direttivo in seno al medesimo svolto dai fratelli Rannesi, e segnatamente da Rannesi Girolamo”, hanno parlato numerosi collaboratori di giustizia, tra cui anche Giuseppe Scollo, che fece parte del gruppo dei Lineri e divenne un pentito nel gennaio del 2015. Eugenio Sturiale, già undici anni fa riconobbe Rannesi e i suoi fratelli. Silvio Corra, responsabile del clan Nizza nel 2020, a settembre di quell’anno disse: “Non conosco personalmente i fratelli Rannesi, ma so che sono affiliati e fanno parte del gruppo di Lineri…“
Il gruppo di Lineri aveva una caratteristica che la dice lunga sull’evoluzione all’interno di Cosa Nostra, dove negli ultimi tempi si bada di più al sodo e al denaro rispetto alle beghe territoriali di un tempo: aveva licenza di muoversi su territori di un’area vastissima. Oltre ad alcuni operatori economici di Catania, ci sarebbero imprenditori di Nicolosi, Milo, Valcorrente, Misterbianco, Mascalucia, Piano Tavola e Tremestieri Etneo tra le vittime di estorsioni e tentate estorsioni.