TRAPANI – Visibilmente teso, ma determinato a ripetere in aula le accuse contro l’ex deputato regionale Norino Fratello, imputato con altre 12 persone nel processo scaturito dall’operazione “Brother”. Nell’udienza di questa mattina al Tribunale di Trapani, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Daniela Troja, a rispondere alle domande dei pm Sara Morri e Francesca Urbani, è stato Lorenzo La Rocca, l’uomo messo a capo da Fratello a quella cooperativa, “Letizia”, attraverso la quale il politico gestiva un flusso economico ingente, in buona parte riuscendo a mantenerlo sotto traccia.
La cooperativa gestiva servizi, come ha ricordato La Rocca, garantendoli agli enti locali, talvolta in partenariato con altre società, ma gestiva anche centri di accoglienza per ospitare migranti. “Ma comandava tutto lui”, ha detto La Rocca al quale toccò il destino di essere rimosso dal suo incarico per volere di Fratello e questo dopo un lungo periodo di presidente della coop. La testimonianza di La Rocca è appena cominciata, proseguirà il 23 febbraio, ma già sono emersi i primi ‘botti’ che la difesa di Fratello, avvocati Palermo e Fiorello, ha cercato di affrontare contestando i richiami dei pm ai verbali sottoscritti in istruttoria dal teste. Comportamento indispensabile, solo come aiuto a ricordare, non gradito dalle difese ma ritenuto corretto dal Tribunale.
Gli affari delle coop nelle mani di Fratello: “non c’era solo la Letizia ma anche Dimensione Uomo”, si estrinsecavano nei centri accoglienza di Balata di Baida, Castellammmare, Campobello, Alcamo, Calatafimi, tra le sedi “occupate” quella dell’Ipab Regina Elena di Castellammare del Golfo. Tra gli episodi citati da La Rocca quello dell’”occupazione” nel giro di poche re del centro polivalente di Balata di Baida, “deciso con un incontro ad un bar di Castellammare presenti l’assessore Paradiso, l’avvocato Daniela Blunda, il consigliere comunale Foderà. In quel centro nella notte del 27 dicembre 2013 furono portati trenta migranti”.
Il racconto fin qui di La Rocca è quello di una persona che credeva su quello che faceva, ma proprio da questo episodio cominciò a rendersi conto che qualcosa dietro le quinte si nascondeva. “Il segretario comunale di Castellammare, Magaddino, spesso protestava con me per come si facevano le cose, e arrivò a dirmi un giorno qui si spartiscono tutto, ad occuparsi del centro polivalente e dei migranti fu messo Antonio Virgadamo, Fratello mi disse che così eravamo protetti, non capii subito se non quanto un giorno questi vene a casa mia avanzando pretese e mostrandomi una pistola al cinto. Fratello comandava io dovevo fare il soldato”.
Imputati con Fratello sono Maria Adragna, Davide Amodeo, Gaetano Calvaruso, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Antonino D’Angelo, Sebastiano D’Angelo, Maria Fileccia, Salvatore Fratello, Baldassare Marchese, Patrizia Messina e Marisa Oliveri. In generale le accuse sono quelle di estorsione, intralcio alla giustizia, bancarotta, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, indebita percezione di fondi pubblici, truffa allo Stato, omesso versamento di contributi. L’ex deputato Norino Fratello è accusato di aver violato le prescrizioni previste per i condannati per mafia, controllando in maniera occulta quattro coop sociali, Dimensione Uomo 2000, Letizia, Consorzio Servizi e Solidarietà, Benessere.