Ci sono anche i tre minuti (più recupero) di Matteo Brunori, accolto dagli applausi, nel calderone di tutti i rimpianti rosanero, mentre i tifosi tornano a casa, masticando amaro, dopo un altro pareggino contro la Sampdoria (1-1).
Tre minuti appena per colui che era la gemma preziosa del nostro attacco. E che adesso rosicchia istanti di partita, in un percorso di allontanamento che potrebbe portare alla cessione o a una convivenza necessaria e forzata. Ormai è un caso.
Il Palermo vuole, ma non può. Attacca, ma subisce. Gioca, ma non convince. Ci mette volontà, ma è confuso. Un elenco di mezze buone intenzioni che non diventano mai sorgente di felicità.
Tante volte ci siamo interrogati e abbiamo cercato di capire quali fosse l’origine del ‘male oscuro rosanero’. Perché di questo dobbiamo parlare, nella divaricazione evidente tra poetici sogni di gloria e la dura prosa di una classifica insoddisfacente.
La verità percepita? Ci sarà una risposta, però nessuno la trova con certezza. Il non sopportato Corini non c’è più. Ora c’è Dionisi – ottimo allenatore, persona garbata – e la situazione non è che sia poi cambiata. Dunque?
L’unico elemento certo è lo scollamento con gli appassionati. Che, adesso, dibattono, via social, sui pochi minuti di Brunori, ex eroe popolare. Qualcuno dice che avrebbe dovuto rifiutarsi di entrare e lo difende. Ma poco importa. Nelle strade lastricate di rimpianti, tutti i volti sembrano uguali. E non è mai un bel vedere.