L’arrivo del freddo, le mascherine abbandonate e uno stile di vita tornato quasi alla normalità ha portato reso nuovamente protagonista dell’inverno l’influenza. A questo si è aggiunto un numero molto alto di bambini infettati dal virus sinciziale, la principale causa di bronchiolite e di polmonite nei bambini di età inferiore a due anni, virus su cui molti ricercatori sono impegnati per la produzione di un vaccino.
Il fatto epidemico costituisce una delle principali cause di ricovero nei pazienti pediatrici, ma allo stesso tempo rappresenta un serio pericolo per la popolazione anziana.
In Italia è cresciuto il numero di bimbi ricoverati in terapia intensiva e così gli esperti della Società italiana di neonatologia (Sin) esprimono “preoccupazione”, oltre che per l’impatto dell’influenza stagionale sui più piccoli, anche per l’Rsv che “sta facendo registrare un alto numero di ricoveri di neonati e bambini nel primo e secondo anno di vita“, spiega il presidente della Sin, Luigi Orfeo.
“Siamo in epidemia”, avverte l’esperto che raccomanda, anche in vista delle feste di Natale: “Non baciate i bambini e non fumate vicino a loro”. Anche lo scorso autunno in Italia e in altri paesi era stato registrato un incremento ricoveri pediatrici negli ospedali.
“Possiamo parlare di epidemia – afferma Orfeo, anche membro del comitato scientifico di Asm Onlus, Associazione italiana studio malformazioni), e direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria, Neonatologia e Terapia intensiva neonatale (Tin) all’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina-Gemelli Isola di Roma – Il virus respiratorio sinciziale sta avendo lo stesso andamento del virus influenzale, nel senso che quest’anno si è anticipato rispetto agli anni passati e si sta manifestando in maniera sicuramente molto più violenta, quindi con una contagiosità maggiore e anche con una gravità di infezione ben superiore rispetto agli anni passati”.
Se “normalmente il virus ha una sua stagionalità fra il mese di novembre e il mese di marzo”, per lo specialista “quest’anno il picco si avrà probabilmente tra fine dicembre e inizio gennaio”. Non solo: l’Rsv “sta portando a un elevatissimo numero di contagi e ricoveri anche in terapia intensiva neonatale. Perché il virus respiratorio sinciziale – ricorda Orfeo – può causare una malattia che si chiama bronchiolite, interessando quindi la parte più periferica dell’albero bronchiale del bambino, che può condurre a insufficienza respiratoria e necessitare anche di intervento di tipo intensivo, quindi di ricovero nelle terapie intensive neonatali e pediatriche”.
Ci sono categorie di piccoli particolarmente a rischio di insufficienza respiratoria se colpiti dal virus respiratorio sinciziale, precisa ancora Orfeo: sono i bambini ex prematuri, nati prima del termine della gravidanza, ma anche quelli che soffrono di cardiopatie congenite o di malformazioni alla nascita che li espongono maggiormente al pericolo di deficit respiratorio in caso di bronchiolite. “Una parte rilevante di questi bambini, purtroppo, oltre a essere ricoverati in ospedale possono avere bisogno di assistenza respiratoria attraverso l’utilizzo di respiratori automatici. È necessario – ammonisce lo specialista – che tutte le neonatologie e tutti i reparti pediatrici sul territorio italiano siano provvisti di respiratori neonatali di ultima generazione”.