E’ stato convalidato il fermo della ragazza di 17 anni che ha confessato il delitto della madre, avvenuto a Bagheria la notte tra il primo e il due gennaio.
Il gip Alessandra Puglisi ha disposto per la studentessa il collocamento in una comunità.
Nel corso dell’udienza la ragazza ha confermato la confessione resa alla procuratrice del tribunale per i minorenni Claudia Caramanna.
Durante l’autopsia sono stati trovati segni di violenza sul corpo della vittima, insegnante elementare a Casteldaccia: tagli sull’avambraccio procurati da un coltello o da un oggetto affilato. Madre e figlia litigavano spesso.
La notte del delitto i vicini hanno sentito urla provenire dall’appartamento. Non è ancora chiaro se la vittima abbia assunto psicofarmaci prima di morire e fosse quindi poco vigile quando la figlia l’ha strozzata.
Funerali sabato alle 11
Saranno celebrati sabato prossimo alle 11, nella chiesa di San Giovanni Bosco a Bagheria in via Dante Alighieri, i funerali dell’insegnante uccisa dalla figlia la notte tra il primo e il due gennaio.
La celebrazione sarà officiata dal parroco Francesco Galioto, da padre Francesco Michele Stabile e da padre Cosimo Scordato.
La sorella della vittima è da sempre molto impegnata nel sociale e insieme ad alcune colleghe ha svolto attività di volontariato nel centro San Saverio di Palermo.
Il ricordo di padre Scordato
“Conoscevo bene l’insegnante morta a Bagheria. Per una decina di anni ha svolto servizio di volontariato al centro San Saverio di Palermo insieme ad altre due insegnanti della sua città. Era un gruppo fantastico che riusciva con dedizione a comunicare con i ragazzi del quartiere Ballarò. Era un’educatrice che aveva tanto entusiasmo e metteva amore in quello che faceva. Non riusciamo ancora a comprendere come sia potuto succedere. Quell’insegnante ha subito un enorme torto”. Padre Cosimo Scordato ricorda così gli anni trascorsi dall’insegnante al centro san Saverio, nel ritiro San Pietro. Anni in cui la donna uccisa dalla figlia ha trascorso per dare una grossa mano di riscatto ai giovani non sempre semplici del quartiere.
“Bisogna sapere di più della figlia. Cosa le è passato per la testa. Quali influenze esterne ha avuto. Quali drammi ha subito con l’abbondono del padre. – aggiunge Scordato – Senza puntare il dito, ma sempre per comprendere. Chi ha conosciuto l’insegnante non riesce ancora a credere che avesse mai potuto avere problemi con la figlia. Con gli adolescenti riusciva a legare a farli parlare a sorreggerli nel loro cammino non sempre semplice. Aveva una gioia di vivere, sempre pronta al sorriso. Era una donna eccezionale. Una volta per amalgamare il gruppo degli operatori siamo andati a Roma per un convegno. Anche lei vi ha preso parte. E’ stata un’esperienza meravigliosa per tutti. Qui al centro siamo tutti costernati. Perché non riusciamo a comprendere quello che è potuto succedere in quella casa. Purtroppo si tratta di una sconfitta. Non doveva finire così. Sarà una grande perdita per tutti quelli che l’hanno conosciuta. Per questo sabato sarò in chiesa e concelebrerò la funzione. Voglio testimoniare chi era e cosa ha fatto questa grande donna”.