FdI, strappi e nuovi assetti: il cantiere della Sicilia Orientale - Live Sicilia

FdI, strappi e nuovi assetti: il cantiere della Sicilia Orientale

Sempre più isolato Salvo Pogliese. Si rafforza l'asse Messina-Galvagno.

PALERMO – I meloniani siciliani vivono una fase di forti turbolenze politiche. Soprattutto in Sicilia Orientale. Al centro del contendere ci sono le prossime amministrative ma anche i futuri assetti del partito.

L’asse Galvagno-Messina: Pogliese sulla graticola

Si consolida, di giorno in giorno, l’asse tra l’ex assessore Manlio Messina (vicinissimo al ministro Francesco Lollobrigida) e il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno (vicerè siciliano del presidente del Senato, Ignazio La Russa). Un’intesa che ha come effetto quello di mettere sempre più all’angolo il coordinatore regionale della Sicilia Orientale, Salvo Pogliese (che ha lasciato lo scranno di palazzo degli Elefanti anzi tempo, opzione caldeggiata anche dai vertici romani). I beneinformati parlano addirittura di una missiva di sfiducia riposta nei cassetti romani e pronta all’uso. 

La partita di Catania: Razza e l’alleanza con Lombardo

 Il deputato, in virtù dei mutati rapporti di forza, sarebbe sempre più in difficoltà nella partita delle amministrative di Catania. I candidati sponsorizzati dall’ex sindaco, cioè i suoi due ex assessori Sergio Parisi e Pippo Arcidiacono, sembrano avere sempre meno chance. Il nuovo asse del potere meloniano spinge infatti, sempre con maggiore insistenza, su un altro cavallo: l’ex assessore Ruggero Razza. Un nome considerato “divisivo” non solo dagli alleati di centrodestra (pronti a fare le barricate) ma anche da buona parte della base catanese. Tuttavia, come già accaduto in occasione delle nomine degli assessori regionali, è da Roma che dipende sempre l’ultima parola. E il fronte Messina-Galvagno in tal senso ha molte più carte da giocare. E sul tavolo da poker allestito alle pendici dell’Etna a Razza e company non può mancare un asso nella manica: l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Voci insistenti parlano di un accordo praticamente siglato con la truppa di Giorgia Meloni per staccare il prossimo anno il biglietto per Bruxelles prendendo il bus della lista di Fratelli d’Italia.  Un’operazione che da un lato garantirebbe ai patrioti in salsa rossazzurra l’appoggio degli autonomisti nella contesa etnea, ma che dall’altro sottrae spazio in lista ai meloniani doc. Uno su tutti l’eurodeputato Raffaele Stancanelli da mesi in rotta di collisione con la nomenclatura di FdI dopo lo strappo legato al mancato bis di Nello Musumeci alla guida di Palazzo D’Orleans.

La frattura sugli assessori: si corre ai ripari

Sappiamo come è andata a finire quella partita così come si è concluso il braccio di ferro per la nomina degli assessori con tanto di forzatura sui nomi di Elena Pagana e Francesco Scarpinato, amaro calice bevuto dal presidente Renato Schifani (che poco dopo deve ingoiare anche il cambio di delega) e da diversi deputati siciliani. Due su tutti: Giorgio Assenza e Giusi Savarino. Il primo ricompensato con la presidenza del gruppo all’Ars, la seconda invece venerdì sarà la protagonista di un’iniziativa ad Agrigento (la prima dopo il commissariamento del partito locale) alla presenza del coordinatore della Sicilia Occidentale, Giampiero Cannella, e del braccio destro di Giorgia Meloni: Giovanni Donzelli. Anche in provincia di Agrigento del resto si andrà al voto a fine maggio e lì, come altrove, Fratelli D’Italia (ringalluzzita dalla tornata elettorale di Lombardi e Lazio) vuole capitalizzare i risultati incassati finora tentando di imporre agli alleati, soprattutto a Catania, i nuovi rapporti di forza interni alla coalizione. Un obiettivo da portare a casa a tutti i costi. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI