PALERMO – Anticipare il voto delle amministrative siciliane e allinearlo a quello nazionale. E’ questa l’idea caldeggiata dal Presidente della Regione Renato Schifani.
“Possiamo anticipare di due settimane le Amministrative. Attendo di avere certezza della data che sceglierà il governo nazionale, poi porterò in giunta la proposta di allineare la Sicilia al resto del Paese”, sostiene Renato Schifani secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia.
La tornata, già fissata per il 28 e il 29 maggio, potrebbe essere anticipata al 14 e 15 dello stesso mese. Se la proposta andasse in porto (cosa che comporterebbe la scrittura di una nuova delibera) il termine ultimo per la presentazione delle candidature alla carica di primo cittadino per i 129 comuni siciliani chiamati al voto, prevista per il 3 maggio, sarebbe anticipata.
Pallottoliere alla mano, la data da cerchiare in rosso rientrerebbe nella seconda settimana di aprile, subito dopo Pasqua. Questo nuovo timing avrebbe inevitabili conseguenze sulle grandi manovre del centrodestra, intento a cercare una quadra soprattutto per la sfida di Catania. In primo luogo votare lo stesso giorno in concomitanza con gli altri comuni italiani sarebbe un collante, di non poco conto, per una coalizione che, alle pendici dell’Etna, ha più di un problema a tenere insieme le varie anime. I leader nazionali potrebbero fare rientrare la primazia di un partito, piuttosto che di un altro, sul candidato sindaco all’interno di un più ampio quadro nazionale.
Ma che cosa ne pensano i partiti siciliani che a Palermo fanno parte dell’esecutivo guidato da Schifani? Favorevole la compagine leghista che sarebbe agevolata nello sprint della corsa a Palazzo degli Elefanti con la candidata (benedetta da Salvini), Valeria Sudano, già in campo (la deputata ha sciolto stamattina la riserva sulla stampa cittadina). Più fredde le reazioni dei meloniani, intenti a sbrogliare più di una matassa: da una parte Fratelli d’Italia mira a esprimere il candidato sindaco della città etnea, dall’altro non ha ancora fatto sintesi al suo interno sul nome del candidato.
Il nome dell’ex assessore Ruggero Razza, dato in pole, rimane indigesto a pezzi del partito e degli alleati. Questo scatto sull’acceleratore non creerebbe particolari problemi a Forza Italia. Diverso il caso degli alleati cuffariani e lombardiani che non hanno un appiglio nazionale (nel caso del Mpa di Raffaele Lombardo, in attesa della sentenza della Cassazione che arriverà il 7 marzo, questa accelerazione creerebbe qualche problema in più).
Ma la partita del voto anticipato si lega anche a un altro provvedimento che spacca la maggioranza: il terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti. Il disegno di legge (che sta molto. Cuore alla Dc, a Fratelli d’Italia e Forza Italia) arriverà in aula la prossima settimana ma nel passaggio in Commissione ha ottenuto il via libera ma senza il benestare della Lega (un modo per sbarrare la strada – si vocifera – alla ricandidatura di alcuni esponenti di FdI, come il deputato Nicol Catania a Partanna, e primi cittadini azzurri nel Catanese vicini a Marco Falcone).
La speranza di alcuni pezzi della maggioranza è che il terzo mandato possa diventare moneta di scambio su un tavolo comune per avere il via libera alla decisione del voto anticipato, un’ipotesi che però il presidente Schifani sembrerebbe non gradire.
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