PALERMO – “Se ne capita tipo una, due così, no quelli ne facevano tipo a migliaia perché il problema è questo, perché quando la cosa si allarga diventò ora troppo esagerata…”, diceva Luigi Costa a Giovanna Passavia. Sono entrambi funzionari della Motorizzazione di Palermo e sono entrambi finiti agli arresti domiciliari.
Secondo la Procura di Palermo, il giro di favori in cambio di soldi era enorme. Un nuovo e inatteso spunto investigativo è arrivato dalla perquisizione in casa di Costa. Aveva 590 mila euro in contanti. Gli agenti della Polstrada hanno scovato dei sacchetti pieni di banconote da 50 e 100 euro nascosti dietro l’armadio e dentro le tasche dei vestiti.
Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, hanno piazzato telecamere e microspie all’interno degli uffici della Motorizzazione di Palermo.
“Ne ha portato soldi, allora? Li ha portati?”, chiedeva Costa. “Tanto non paga lui? Chiudiamo 200 euro è buono, 50 me li tengo io, 150 glieli do là, 250 tu almeno gli dici 350, questi lavori si pagano, il cornutaccio i soldi li ha, se glielo facevo io personalmente io di sana pianta un sacco di soldi mi sarei presi…”, aggiungeva Passavia.
“Li hai contati o no?, chiedeva ancora Costa. E Passavia rispondeva: “Sinceramente non lo so, mi ha detto 240, siamo andati al bar, ha pagato, mi ha dato questi soldi e mi ha pagato l’assicurazione”.
Carte di circolazione, cambi di destinazione d’uso dei veicoli, collaudi di impianti Gpl, immatricolazione di mezzi esteri o dismessi dalle forze dell’ordine in Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige. La voce dell’esistenza del canale aperto alla Motorizzazione palermitana si era sparsa in giro per l’Italia. Palermo, Brescia, Cassola, Vicenza, Palagonia: le agenzie di disbrigo pratiche sapevano a chi chiedere aiuto.