Sono 20.017 i migranti sbarcati in Italia quest’anno, più del triplo di quelli registrati nello stesso periodo del 2022 (6.152). L’impennata si è concentrata in particolare nei tre giorni 9-11 marzo, quando sono arrivate ben 4.566 persone. Le nazionalità più rappresentate sono ivoriani (2.410), guineani (2.380), bengalesi (1.506). I minori non accompagnati sono 1.965. E’ quanto emerge dai dati del Viminale.
I morti ed i dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale – la più letale – sono 323, secondo il progetto Missing migrants dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. In tutto il 2022 ne sono stati stimati 1.410.
Il totale di immigrati inseriti nel sistema di accoglienza è in continua salita: 109.294 al 28 febbraio; erano 76.967 il 28 febbraio del 2022. In un anno c’è stato quindi un aumento di 32.327 ospiti (+42%). La maggior parte dei migranti (74.937) è in centri di accoglienza non gestiti dalla rete Sai, dove vivono invece in 33.244. In 1.113 si trovano negli hotspot.
Sul versante delle domande di protezione internazionale, lo scorso anno ne sono state presentate 77.195, a fronte di 217.735 in Germania, 137.505 in Francia e 116.140 in Spagna.
Le domande esaminate sono state invece 52.625: per 27.385 c’è stato il diniego (il 53%), in 6.161 (il 12%) si sono visti riconosciuti lo status di rifugiato, 6.770 (il 13%) sono stati i beneficiari di protezione sussidiaria e 10.865 (il 21%) hanno beneficiato della protezione speciale. Il tasso di protezione è in calo, rispetto al 2021, del 9% per quanto riguarda la protezione internazionale; in crescita protezione speciale (+5%) e dinieghi (+4%).
Dunque, è proprio la protezione speciale la fattispecie più concessa e quella che il Governo vuole colpire. L’articolo 7 del decreto Cutro ha infatti cancellato la possibilità di non espellere una persona “qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare”.
La norma cassata prevedeva che si tenesse conto “della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonchè dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese”. Si vedrà quanto la stretta inciderà sulle domande accolte. Quello che è prevedibile è un aumento delle richieste visto l’incremento degli arrivi. I permessi di soggiorno ancora validi rilasciati in base alla normativa sulla protezione speciale sono rinnovati per una sola volta e per un anno.