Una politica in grado di ritrovare una sua moralità, questo l’intento di Gaspare Sturzo, candidato alla presidenza della Regione Siciliana con il suo movimento “Italiani liberi e forti”, che trae chiara ispirazione dal celebre “appello ai liberi e forti” di Don Luigi Sturzo, pro-zio di Gaspare, che fu uno dei punti cardine del Partito Popolare Italiano.
Nelle intenzioni di Gaspare Sturzo c’è quella di concorrere alla presidenza con un gruppo di uomini nuovi, senza pendenze giudiziarie o affiliazioni massoniche, che abbiano il coraggio di “scardinare il sistema voluto dal partito degli affaristi siciliani” e che contrastino il processo di mancato sviluppo che, a suo dire, la Regione ha subito nel corso degli ultimi decenni. “Da 40 anni – dice Sturzo – si parla delle grandi occasioni di sviluppo mancate dalla Sicilia, citando le quattro grandi perle: agricoltura, pesca, turismo e industria, ma tutto ciò non si è mai sviluppato, siamo andati indietro. Non possiamo fare turismo perché non abbiamo nessuna infrastruttura turistica che porti i turisti in Sicilia così come le nostre merci non hanno modo di essere portate nel nord europeo. Non solo è mancata la competenza, ma anche la moralità pubblica e privata degli esponenti politici tale da poter avere una visione condivisa di un nuovo Paese, di una nuova civiltà delle relazioni umane”.
“Noi – continua il candidato – intendiamo intervenire con una politica che abbandoni per sempre ogni forma di relazione e di intermediazione coi poteri nascosti, lobbistici, massonici, criminali. Per dire veramente basta. Basta con le tangenti, con la costruzione, con le camere segrete dove l’intermediazione con la pubblica amministrazione è realizzata perché la questa non funzioni”.
Anche sui contendenti alla poltrona di palazzo D’Orleans Gaspare Sturzo ha un’opinione ben precisa. “È interessante notare – ha concluso Sturzo – come persone che fino a poco tempo fa si maltrattavano fra loro, adesso si ritrovano a braccetto in delle liste comuni. Certi partiti che dovrebbero avere un’ispirazione cristiana si sono trovati all’estrema sinistra mentre altri all’estrema destra. Questo tentativo di stare insieme per prendere più voti possibili alle regionali e poi ricontrattare tutto è già stato fatto con il governo Lombardo il cui fallimento ha nomi e cognomi, molti dei quali corrispondono ai leader che hanno messo insieme le maggioranze che oggi appoggiano Musumeci, Micciché, Crocetta e Fava”.