CATANIA. Una guerra senza quartiere che va avanti da mesi con contorni da telenovela. E che domani arriva a uno snodo cruciale. È la complessa partita di potere che si gioca attorno alla Sac, la Società aeroporto di Catania, che gestisce lo scalo di Fontanarossa. Domani il cda dovrebbe eleggere i nuovi vertici della società, ma all’appuntamento si è arrivati dopo lunghe schermaglie e una buona dose di veleni.
La vicenda della Sac, che alimenta appetiti soprattutto in tempi di campagna elettorale, si intreccia a doppio filo con quella dell’Irsap, il nuovo istituto che sostituisce i consorzi Asi. E con la nomina a commissario straordinario di Luciana Giammanco, che ha spaccato la giunta di governo. La scelta di Raffaele Lombardo di commissariare una scatola vuota come l’Irsap, sostituendo un commissario straordinario ai commissari liquidatori dei consorzi Asi, ha mandato su tutte le furie l’assessore Marco Venturi, che l’ha definita nulla, protestando contro la giunta che la ha decisa in sua assenza, e diffidando oggi il commissario dal compiere qualsiasi tipo di attività.
È stato lo stesso Lombardo a collegare la vicenda Irsap con la partita su Sac: “Tutto il problema sta nel voto di giorno 6 alla Sac – ha detto il governatore qualche giorno fa rispondendo a Live Sicilia in merito alla querelle con Venturi -, la Società aeroporto di Catania, perché il voto dell’Irsap potrebbe rivelarsi decisivo”. Secondo il presidente della Regione, la mossa della giunta avrebbe toccato un nervo scoperto dei “colleghi di Vecchio e di Venturi”, ossia di Confindustria, impegnata da mesi in una logorante partita a scacchi contro il governatore per la scelta dei futuri assetti di Sac. Lo stesso Lombardo avrebbe spiegato con un messaggino a un assessore, il giorno della discussa nomina della Giammanco, che “il commissario serve” proprio “per la Sac”, facendo riferimento al fallimento dei tentativi di dialogo “con chi si vantava di potere contare sui commissari contro di noi”.
La società di gestione dello scalo catanese è una vecchia conoscenza di Lombardo, che da presidente della Provincia di Catania giocò un ruolo nella sua storia. I suoi detrattori accusano la gestione dell’epoca di metodi clientelari nel reclutamento del personale. Acqua passata, ormai. Da allora la Sac ne ha fatta di strada, diventando una società molto appetibile sia per le opportunità occupazionali sia per la gestione degli appalti.
La Regione non è tra i soci di Sac. Eppure, il governatore gioca la partita del rinnovo degli organi sociali da protagonista, a un tavolo al quale siedono gli uomini di suoi nemici giurati come Giuseppe Castiglione (azionista Provincia di Catania) e Ivan Lo Bello (azionista Camera di commercio di Siracusa). Tre voti su otto nel cda, infatti, spettano alla Camera di Commercio di Catania, che la Regione ha di recente commissariato. Attirando le critiche del Presidente Pietro Agen, di Confcommercio, che su Live Sicilia due mesi fa attaccò Lombardo, dicendo senza mezzi termini: “Sul piatto ci sono centocinquanta assunzioni e appalti milionari”. Un altro voto nel cda spetta all’Asi di Catania. E qui interviene la partita dell’Irsap. I commissari liquidatori del consorzio Asi erano, infatti in scadenza, e piuttosto che nominarne nuovi, magari piazzando a Catania un uomo di fiducia di Marco Venturi, la giunta ha optato per la scelta, controversa, del commissario straordinario. Di un ente che praticamente ancora non esiste, hanno obiettato Venturi e il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese.
La partita adesso si avvia alla sua fase finale. I soci (Camera di Commercio e Asi commissariati dalla Regione e poi le camera di commercio di Siracusa e Ragusa, e le Province di Catania e Siracusa) sono chiamati a decidere. Anche se c’è da scommettere che il match potrà avere un lungo tempo supplementare di polemiche.