PALERMO – Dilaga la protesta contro il caro affitti nelle grandi città italiane – dopo Milano e Roma, anche a Torino, Cagliari, Padova, Pavia e Bologna, nonostante la pioggia, stanno spuntando le tende degli studenti davanti ai rettorati – e si accende al contempo lo scontro politico tra il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e i sindaci di centrosinistra da una parte e tra lo stesso Valditara e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini dall’altra.
A far esplodere la miccia sono state alcune affermazioni del titolare del dicastero di viale Trastevere, che intervistato stamane da Sky, ha ammesso che “il problema del caro affitti è grave” ma al tempo stesso ha fatto notare che “tocca le città governate dal centrosinistra: nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso”.
Le sue affermazioni hanno causato una valanga di critiche ma soprattutto l’irritazione della collega di governo Bernini, contraria alla contrapposizione con le amministrazioni locali: la strada da percorrere per risolvere il problema, per la ministra, deve essere quella del dialogo e del coinvolgimento di tutti.
A Valditara, del resto, hanno subito risposto piccati i sindaci di centrosinistra. “Il ministro dov’era mentre il suo governo votava a dicembre l’azzeramento del fondo nazionale affitti? Non c’è limite alla vergogna”, ha replicato il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Per il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, “ci sono due possibilità, o quella del ministro Valditara è una battuta, peraltro riuscita male, oppure è frutto di una riflessione. Se è frutto di una riflessione profonda, credo che con questa affermazione il ministro Valditara illumini il Paese rispetto a quello che lui è”. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha parlato di “scaricabarile penoso”.
“Il diritto allo studio è competenza delle Regioni e dello Stato”, ha ricordato al titolare del Mim il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Una tesi, questa, che sposa anche l’Unione degli universitari (Udu).
“La crisi abitativa non dipende dal colore politico della Giunta Comunale, ma anzitutto dalle politiche statali e regionali attuate negli ultimi anni”, spiega Simone Argutoli che porta come esempio le città di Pavia e Perugia dove gli studenti stanno per dare vita a forme di protesta contro il caro affitti e che sono governate da giunte di centrodestra.
In campo è scesa la segretaria del Pd, Schlein: “Il Governo ha cancellato 330 milioni di euro di fondi per l’affitto. Tentano di scaricare la responsabilità su altri, sono senza vergogna”.
La senatrice del Pd Cecilia d’Elia e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri hanno incontrato questa mattina i ragazzi accampati con le tende sotto la pioggia davanti al rettorato della Sapienza. La protesta nella capitale si è allargata anche all’ateneo romano di Tor Vergata.
Secondo i dati forniti da Cgil e Sunia in Italia gli studenti che risiedono in una provincia diversa e comunque a più di 100 chilometri di distanza dal luogo di studio, i cosiddetti fuori sede, sono più di 750.000. Il sistema di diritto allo studio pubblico fornisce circa 39.000 posti letto che riescono a tutelare il 5,2% degli aventi diritto.
“Il problema del caro affitti per gli universitari esiste e da tanto tempo – ha chiarito la ministra Bernini – il governo sta investendo tanto: abbiamo già messo 400 milioni di euro in legge di Bilancio, un miliardo di euro è previsto nel Pnrr. Da qui al 2026 dovremmo avere oltre 70mila posti letto in più. Abbiamo chiesto anche al Demanio, alle Regioni e ai Comuni di mettere a disposizione per gli studenti degli immobili dismessi”.