PALERMO – Ci sono immagini che valgono più di mille parole. Ad esempio quelli di un uomo con le mani giunte che implora pietà. Pietà per non essere picchiato. Il blitz anti droga dei carabinieri fra Palermo e Casteldaccia offre uno spaccato di degrado e violenza.
L’uomo forte è indicato in Francesco Castelli. Ai suoi ordini rispondevano una serie di pusher. Tra questi ci sarebbe anche Ivan Emanuele Adestri, finito ai domiciliari. I picciotti piazzavano la merce e consegnavano i soldi a Castelli. “A me devi prendere 300 euro e me li devi dare o se no mi porti il materiale e spero che manco mancano 5 euro Ivan io te lo sto giurando, te ne do due ti faccio uscire il sangue dalla bocca”, diceva minaccioso Castelli.
Il 16 maggio 2022 Adestri confessava a Castelli di avere sbagliato, ancora una volta, i conti. Poteva consegnare solo 100 euro e non di persona, ma tramite il cognato di Castelli, Filippo Traina. Niente da fare. Castelli voleva che glieli consegnasse di persona, altrimenti avrebbe picchiato tutta la sua famiglia.
Traina e Adestri giungevano di sera a casa di Castelli. Adestri è stato fotografato con le mani giunte. Implorava di non ricevere la punizione. Poi fuggiva. A questo punto pensarono di prendersela con il padre. Traina aveva un momento di compassione: “Suo padre mischino ci muore nelle mani, mica può abbuscare sempre suo padre”. Alla fine i soldi arrivarono.