PALERMO – Cassa integrazione, la Gesip dovrà aspettare. Il giorno dopo l’annuncio dell’accordo romano tra il governo Monti e quello Lombardo sul trasferimento di cinquanta milioni di euro, dalla Regione arriva la doccia fredda: la Gesip potrà usufruire della cassa integrazione, una volta fatta la domanda, ma vi accederà solo dopo tutte le altre aziende che da marzo ad oggi hanno presentato richiesta e sono ancora in attesa per mancanza di soldi.
I cinquanta milioni sono poco meno della metà di quelli chiesti dal Dipartimento Lavoro, ma secondo la Regione dovrebbero bastare per coprire l’anno in corso. E sebbene il ministero, proprio ieri sera, abbia rassicurato che i soldi stanziati serviranno anche per Gesip, da via Trinacria fanno sapere che da Roma non è arrivata alcuna indicazione su un’eventuale priorità da assegnare alla Gesip rispetto alle altre aziende che rimangono in attesa.
“Per la cassa integrazione in deroga – dice Pietro La Torre, segretario della Uiltucs, durante un incontro con i lavoratori tenutosi stamane in via Pacinotti – che noi abbiamo sempre voluto, è necessario un decreto ministeriale che indichi chiaramente le somme e le vincoli per la Gesip. Alla Regione giacciono circa 180 pratiche di cassa integrazione in deroga e dei 120 milioni richiesti ne sono arrivati appena 50”. Notizie che hanno affievolito l’entusiasmo di chi, fra gli operai, era ormai convinto che per gli ammortizzatori sociali non ci fosse più da aspettare.
“Il Comune – continua La Torre – si è impegnato a pagare le spettanze dovute ai lavoratori, non ha mica fatto un regalo, accogliendo peraltro una richiesta avanzata proprio dalla Uiltucs. Non abbiamo dimenticato, inoltre, che qualcuno a Palazzo delle Aquile aveva parlato del primo assegno della cassa integrazione per il 10 o 15 di ottobre. Oggi ne abbiamo 10 e non abbiamo visto nulla”. La Regione, secondo il sindacalista, sarebbe pronta ad incontrare l’Inps (a cui Palazzo d’Orleans ha corrisposto i 12,5 milioni dovuti) e poi le parti sociali, ma senza un decreto andrà applicata la legge che prevede per l’appunto l’ordine cronologico di presentazione delle istanze.
“Inoltre ci chiediamo cosa accadrà dal primo gennaio – aggiunge il segretario Uiltucs – prima nessuno poteva chiedere la cassa integrazione senza scatenare la piazza, adesso battiamo le mani a chi la chiede. Abbiamo bisogno di risposte, per questo proporremo una mobilitazione da concordare con le altre sigle. E al Comune proponiamo anche, nel caso di attivazione della cassa integrazione, la stipula di una convenzione, un tirocinio formativo che permetta agli operai di andare al lavoro, per chi lo vorrà, anche con gli ammortizzatori sociali. Il Paese non può più permettersi di pagare persone che stanno a casa: con un tirocinio le formeremo e daremo un segnale alla città. L’assicurazione costerebbe pochissimo: se al Comune non sanno farla, ci pensiamo noi. I servizi prima svolti da Gesip, come dimostra un video proiettato questa mattina, sono letteralmente abbandonati”.