PALERMO – I sindacati ai presentano in ordine sparso all’appuntamento elettorale del 28 ottobre. Con un derby in casa Cgil che suscita già qualche mal di pancia. Il casus belli è rappresentato dalla presenza annunciata della segretaria generale Susanna Camusso a un incontro elettorale in programma oggi alle 10,30 al cinema Rouge et noir con Mariella Maggio, segretario regionale dimissionaria perché candidata nel listino di Rosario Crocetta e nella lista del Pd a Palermo. La discesa in campo della Camusso ha fatto storcere il naso a qualcuno, sia nei partiti di sinistra (Giusto Catania di Rifondazione, ad esempio, ha criticato la leader sindacale) sia all’interno della Cgil, divisa in questa tornata elettorale su due candidature: se, infatti, la Maggio corre sotto le insegne di Crocetta, Giovanna Marano, leader della Fiom, è candidata alla presidenza per Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi. “No, non parliamo di derby – commenta con un sorriso la Maggio – . La Marano è candidata alla presidenza, io a un più modesto ruolo di deputato regionale. E comunque, mi sembra che questo faccia parte del pluralismo del sindacato. Mi pare piuttosto un elemento positivo che questa grande voglia di cambiamento venga interpretata da candidature che rappresentano il mondo del lavoro, dal quale siamo convinti che si debba ripartire”.
Pluralismo, quindi, è la parola d’ordine. E non solo in casa Cgil. Dal sindacato della Camusso non arrivano ordini di scuderia, anche se, certo, la discesa in campo del segretario Maggio, peraltro decisa last minute e a sorpresa, impone una certa mobilitazione. “Tutti daranno una mano ma a venti giorni dal voto non ci si può aspettare miracoli, le candidature si costruiscono nel tempo”, commenta un dirigente palermitano. Di certo, un pezzo importante della Fiom si muove per Giovanna Marano. Ma anche tra i metalmeccanici della Cgil dovrebbe valere un certo pluralismo, visto che la mozione Landini a cui è vicina la Marano non fu plebiscitaria al congresso tra i metalmeccanici palermitani, e che per esempio, ai Cantieri navali riscosse buoni risultati la mozione Camusso. Ma al di là del binomio tutto rosa Maggio-Marano, ci sono poi altri candidati all’Ars vicini al sindacato: come Erasmo Palazzotto, segretario regionale di Sel, figlio di Michele, leader della Fp Cgil. O come Saverio Cipriano, dirigente della Cgil candidato anche lui con la lista Fava Presidente. E ci sono poi i candidati uscenti del Pd che in questi anni sono stati vicini al sindacato con diverse iniziative, come Antonello Cracolici, che ha ottimi legami soprattutto con i lavoratori agricoli della Cgil, o Pino Apprendi, o Davide Faraone, figlio di uno storico esponente palermitano del sindacato, oggi in forza alla Slc Cgil.
In casa Cisl, invece, le forze si concentrano, almeno a Palermo, su un unico candidato. Ossia il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, già segretario provinciale del sindacato bianco nel capoluogo. E questo, malgrado nel sindacato serpeggi un certo malcontento per le scelte politiche dell’ultimo biennio del Partito democratico. Un malcontento che sarebbe emerso una settimana fa nel corso di un incontro tra Lupo e la Cisl al San Paolo Palace, durante il quale il segretario generale Maurizio Bernava ha rimproverato al segretario e al Pd di avere privilegiato la tenuta interna del partito piuttosto che l’apertura alla società civile. Nel resto della Sicilia, comunque, il sindacato si muove tra Pd e Udc e quindi, per lo più, nell’area che sostiene la candidatura di Rosario Crocetta, che si dice potrebbe inserire nella squadra degli assessori un nome storico del sindacato come Luigi Cocilovo. Niente di ufficiale, però: “Continuiamo a fare quello che abbiamo fatto prima – commenta Bernava -, ossia sollevare il problema etico, politico e progettuale del futuro governo della Regione: mettere al centro la crisi e ridare credibilità all’azione del governo con un patto di emergenza per il bene comune. Un patto tra governo, opposizione, sindaci e mondo del lavoro e delle imprese su alcuni punti fondamentali, dalla trasparenza all’attrazione degli investimenti”. Di certo, il segretario non nasconde una certa delusione verso Crocetta, dal quale si sarebbe aspettato un confronto “con le 17 associazioni che il primo marzo hanno portato in piazza 25 mila persone”.
La Uil guarda al voto in ordine sparso e senza candidature ufficiali. “La Uil non è schierata, e lascia assoluta libertà: ogni pezzo del sindacato farà le sue scelte”, dice il segretario generale Claudio Barone. Certo, a Palermo, una parte del sindacato guarda con simpatia a Pietro La Torre, della Uiltucs, candidato con l’Udc. Ma anche a Marianna Caronia, altra candidata “di casa”, figlia dell’ex leader nazionale della Uiltrasporti. Ma ci sono anche altri candidati che raccolgono consensi nel sindacato di Angeletti, come Pino Apprendi o Francesco Cascio e Gianfranco Miccichè: più che pluralismo, un vero e proprio ecumenismo elettorale.