Ciucci, "Ponte, inizieremo nel 2024: ecco i segreti" - Live Sicilia

Ciucci, “Ponte, inizieremo nel 2024: ecco i segreti”

Costi, criticità, opportunità: lunga intervista a Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa
INFRASTRUTTURE
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ROMA – Dal business plan e i costi massimi alle date da rispettare per dar luce al Ponte sullo Stretto di Messina. Ma soprattutto spazio alle criticità, ai problemi sismici e al ruolo del Ponte nel sistema delle infrastrutture. Intervista a Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, 40 anni in Anas.

Ponte sullo Stretto, questa volta è vero? Lei ci crede?
“Sono convinto che sia la volta buona, ci sono tutti i presupposti per realizzare la più grande infrastruttura strategica che cambierà profondamente lo scenario trasportistico non solo per la Sicilia e la Calabria, ma per l’intero Paese. L’obiettivo, come previsto dalla norma, è di arrivare all’approvazione del progetto esecutivo entro il mese di luglio del 2024, con immediato avvio dei lavori. È certamente sfidante, ma ritengo che questo obiettivo sia raggiungibile grazie al grande lavoro svolto dalla Società negli anni, insieme alla sua squadra di contraenti, dal Comitato Tecnico Scientifico, dal Territorio e dalle Istituzioni, nel redigere e approvare il progetto definitivo dell’Opera. Senza questa solida base di partenza non sarebbe possibile procedere nei tempi indicati”.

Carlo Doglioni, presidente INGV, ai nostri microfoni ha detto che il Ponte si può realizzare ma a patto di adeguare alle “nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali, per evitare il problema dei venti e delle accelerazioni legate al suolo durante un evento sismico”. Come procederete?

“Ritengo che il Presidente Doglioni faccia riferimento all’adeguamento del progetto del Ponte alle nuove norme tecniche in materia di sicurezza, compatibilità ambientale e agli approfondimenti tecnici (vento e sisma) identificati a suo tempo al momento dell’approvazione del progetto definitivo. Sono tutti aggiornamenti in corso da parte del Contraente generale previsti, tra l’altro, anche dalla Legge 58/2023 per il riavvio dell’Opera”.

Andiamo al business plan di massima, qual è il nuovo costo previsto, conferma 13,5 miliardi?

“L’importo di 13,5 miliardi di euro è da considerare come tetto massimo previsto per la realizzazione dell’opera”.

Il maggior costo del Ponte impatterà sulle tariffe di attraversamento? È previsto il ricorso a fondi PNRR?

“Il Ponte non rientra nell’ambito del PNRR. Le tariffe applicate verranno definite nell’ambito del Piano Economico Finanziario, tenuto conto della quota di copertura tramite fondi pubblici. Rimangono in ogni caso importanti vantaggi per gli utenti e per i residenti in termini di miglior livello di servizio e di minor tempo di attraversamento consentiti dalla realizzazione dell’Opera”.

Dalla Sicilia alla Calabria, come è il rapporto con gli amministratori e le istituzioni?

“Recentemente abbiamo tenuto il primo di una serie di incontri con i vertici regionali. Ritengo che il rapporto sia molto positivo, fattivo e concreto perché il Ponte è del territorio e realizzato per il Territorio. Non è un’Opera “importata”, calata da altrove, ma accoglie le indicazioni strategiche progettuali ricevute da Sicilia e Calabria. Il dialogo e la necessaria collaborazione saranno continui e costanti”.

Quali sono le prospettive per l’area dello Stretto?

“Anzitutto mi preme sottolineare il rilevante contributo del Territorio all’ottimale inserimento dell’Opera nel contesto dell’area dello Stretto. Basti pensare alla realizzazione delle tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa) che unite alle stazioni di Reggio, Villa San Giovanni e Messina mirano a dare concretezza ad un sistema metropolitano interregionale tra Messina e Reggio Calabria. Una metropolitana a servizio degli oltre 400.000 abitanti dell’area dello Stretto. E poi ci sono le opere di collegamento del Ponte finalizzate a una migliore integrazione dell’infrastruttura con il territorio attraverso circa 40 km di raccordi connessi alla rete stradale e ferroviaria siciliana e calabrese”.

“Parliamo invece del Ponte in un’ottica più ampia, come cambierà lo scenario trasportistico, soprattutto legato alla portualità?

“Ampliando l’orizzonte dell’area metropolitana dello Stretto, con il Ponte si avrà la possibilità di realizzare una macroarea economico logistica tra Sicilia e Calabria. Questo grazie allo sviluppo del sistema portuale attraverso la creazione di un grande sistema territoriale da Augusta a Gioia Tauro che stimolerà lo sviluppo e la capacità competitiva nei confronti dei grandi sistemi internazionali. Il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria offre infatti la possibilità di dar vita ad un unico sistema che scambia container, sistemi retroportuali, uomini e manager, macchine di lavoro e servizi, con certezza dei costi, dei tempi di percorrenza, di accettabilità dei trasferimenti e della qualità del servizio”.

In Sicilia le strade sono fatiscenti, lei ha sempre detto che il Ponte avrebbe funzionato da volano per lo sviluppo di altre infrastrutture viarie e ferroviarie necessarie. È così?

“Sì, ancor più che rispetto al passato il Ponte si inserisce in un contesto di sviluppo infrastrutturale più ampio che mira a potenziare la rete dei trasporti a beneficio dell’Italia.
Richiamo al riguardo i significativi investimenti del governo sulla rete stradale e ferroviaria in Sicilia e Calabria. Un impegno, quello del Ministero delle Infrastrutture, senza precedenti che al 2030 prevede opere per circa 70 miliardi tra Sicilia e Calabria che daranno vita ad un sistema di trasporti sostenibile, sia in termini di rilancio economico che sociale delle due regioni”.

È realistica la data prevista dal Ministro Salvini di apertura al traffico del Ponte nel 2032?

“Come previsto dal progetto e dal contratto stipulato con il Contrante generale, per la costruzione dell’opera sono previsti 8 anni a partire dall’avvio dei lavori, previsto nel 2024”.


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