PALERMO – Quando quattro anni e mezzo fa si tirarono le somme, il dato di Anna Finocchiaro, candidata alla presidenza del centrosinistra, venne rubricato alla voce fallimento. La senatrice ottenne il 30,8 per cento dei voti validi, 886.044 per la precisione, più che doppiata da Raffaele Lombardo, che incassò il 65 per cento prendendo un milione di voti in più di lei. Oggi, il Pd festeggia la storica vittoria in Sicilia, “cose da pazzi”, con toni trionfali. Eppure, il nuovo presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ricevuto a conti fatti 617.073 voti, pari al 30,5 per cento. Cioè, in buona sostanza, ha fatto paradossalmente peggio di Anna Finocchiaro. Che oggi, in Transatlantico, commentava: “Sono molto contenta per la vittoria di Crocetta, anche se ho notato che lui ha vinto con la stessa percentuale di voti con la quale io persi…”.
Numeri alla mano, a premiare l’ex sindaco di Gela sono stati l’astensionismo e la frammentazione dell’offerta politica. Per Crocetta, infatti, ha votato in realtà più o meno il 15 per cento degli elettori aventi diritto. È stato sufficiente per vincere, in una competizione con ben quattro candidati abbondantemente sopra la doppia cifra.
Il dato di Crocetta è di gran lunga il più basso da quando esiste l’elezione diretta del presidente della Regione. Nel 2006, Totò Cuffaro vinse con un milione 374 mila voti, battendo Rita Borsellino che ne raccolse quasi un milione e centomila (quasi il doppio di Crocetta). Nel 2001, lo stesso Cuffaro aveva superato il milione e mezzo di voti, Leoluca orlando aveva sfiorato il milione. Altri tempi.