CATANIA – “Senza voler e dover creare alcun allarmismo, con la necessaria chiarezza e trasparenza, non sarebbe il caso che Sac estendesse tale prescrizione del uso della mascherina anche ai passeggeri che, nelle ipotesi di ritardi, potrebbero rischiare di sostare per molto tempo nel terminal A?” A chiederlo è il meloniano Erio Buceti, consigliere comunale appena proclamato a Catania e già presidente del Quarto Municipio. Proprio come ai tempi del Covid. Un’uscita che fa da contrappunto a quanto stabilito dall’Asp di Catania dando il via libera dalla riapertura integrale dello scalo catanese dopo l’incendio che ha reso inagibile il blocco principale dell’aeroporto e cagionato innumerevoli disagi al traffico civile, per non parlare delle polemiche.
Le richieste
Ecco le richieste del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria catanese. Si tratta di cinque prescrizioni messe nero su bianco lo scorso 5 agosto, pensate per tutelare soprattutto i lavoratori dell’aerostazione, e che il nostro giornale ha intercettato. Indicazioni che i lavoratori del “Vincenzo Bellini” – come abbiamo potuto verificare – stanno già adottando.
Punto uno: “Effettuare – si legge – un piano di monitoraggio continuo di tutti i parametri relativi alla salubrità dell’aria all’interno del Terminal A, con particolare riferimento a quelli già monitorati. Tale piano di monitoraggio dovrà essere effettuato anche con l’impianto di condizionamento centralizzato funzionante al massimo della potenza”.
Obbligo di mascherine
Punto due (l’indicazione a cui fa riferimento Buceti): “Dotare tutti i lavoratori, operanti all’interno del Terminal A, di Dispositivi di Protezione Individuale (mascherina del tipo FFP3), fino all’acquisizione di una ulteriore valutazione trasmessa a questo Dipartimento di Prevenzione, degli esiti del suddetto plano di monitoraggio, attestante il rispetto dei valori guida indicati nella relazione del responsabile del “Laboratorio Catara S.r.1 del 05/08/2023”.
Punto tre. “Programmare, al fine di ridurre l’esposizione degli operatori all’interno del Terminal A, nelle more della valutazione di cui al punto precedente, turni di lavoro di durata non superiore a 4 ore, sotto il costante controllo e monitoraggio del medico competente aziendale e dell’RSPP”.
Punto quattro. “Predisporre – si legge ancora – uno specifico protocollo sanitario nel quale i lavoratori che operano all’interno del Terminal A, dovranno essere sottoposti a sorveglianza sanitaria straordinaria da parte del medico competente aziendale; sarà cura dello stesso trasmettere a questo Dipartimento di Prevenzione, con immediatezza, detto protocollo sanitario, stabilendo anche la periodicità della sorveglianza sanitaria”.
Punto cinque. “Assicurare una continua e adeguata aerazione dei locali del Terminal A, al fine di limitare l’eventuale esposizione”, chiedono i medici dell’Asp.