CATANIA – “Molti bimbi ucraini qui in Sicilia non solo non vogliono rientrare nel proprio Paese in guerra, ma chiedono con forza di essere aiutati e curati”. È quanto chiariscono i legali che assistono le famiglie affidatarie di questi bimbi, gli avvocati Luca Pedullà e Ilaria Spoto Puleo. I due professionisti si occupano tra l’altro del caso delle due gemelline ospiti di una famiglia di Catania, che stanno male e sono state operate.
Un caso che continua a tenere banco
Le gemelline sono state sottoposte a cure in apposite strutture sanitarie, come il Gaslini di Genova. “E non devono interrompere le intraprese cure”, sottolineano i legali. Il caso di recente è assurto agli onori delle cronache per la sua delicatezza e gravità.
La tutrice ucraina, Yulija Dynnichenco vorrebbe subito riportarli in patria ma attualmente l’eventuale rimpatrio è un rischio da scongiurare. Sul punto, infatti, i legali aggiungono che vi sono delle note dell’Alto Commissariato per i rifugiati che raccomanda il non rimpatrio dei minori, attesa al situazione di pericolo che ancora oggi incombe.
Inoltre esisterebbe “uno specifico decreto del Gabinetto dei Ministri ucraini del primo giugno di quest’anno che ne prevede il rimpatrio solo al cessare della guerra”. La tutrice, dunque, può rimpatriarlo? Secondo i legali, la risposta è negativa.
“Vero è che una sentenza del tribunale di legittimità ha riconosciuto la Dynnichenco quale tutore – spiegano gli avvocati – ma ella non può e non deve fare ciò che vuole ma ciò che è utile e nell’interesse dei minori. Opinare diversamente significa conclamare l’esistenza di un gravissimo conflitto d’interessi tra i minori e l’inspiegabile volontà della tutrice”.
L’udienza e il provvedimento
Lo scorso 11 agosto si è celebrata l’udienza presso la Corte di Appello di Catania. Oggi è stato reso noto il provvedimento giudiziale cautelare, chiesto dalle famiglie in via d’urgenza. “In buona sostanza – spiegano gli avvocati Pedullà e Spoto Puleo – riguardo all’esistenza meno della legittimazione attiva in capo alle famiglie affidatarie, i giudici hanno fissato la trattazione del merito della vicenda per la metà di settembre”.
“Restiamo convinti – concludono i legali – che nel frattempo occorra senza ulteriore indugio provvedere alla nomina di un curatore speciale che possa interloquire con tutte le autorità. E questo per il migliore interesse di questi poveri minori e fare chiarezza su plurimi aspetti, soprattutto fattuali”.
Le bimbe, dunque, per il momento continueranno a rimanere in Italia.