PALERMO – Si ritroveranno in aula, ma i loro sguardi non si incroceranno. La diciannovenne vittima della violenza di gruppo al Foro Italico dovrà ribadire il racconto già reso alla Procura di Palermo e ai carabinieri, e che ha costituito l’ossatura su cui si regge l’accusa per i sette coetanei arrestati.
Cosa è l’incidente probatorio
La ragazza sarà sentita nel corso di un incidente probatorio, un istituto del diritto processuale che serve ad assumere anticipatamente un mezzo di prova con le forme del dibattimento (parità fra accusa e difesa) ma nella fase delle indagini preliminari. Il codice di procedura penale prevede che l’assunzione delle prove avvenga nel processo e cioè in fase di giudizio. Ci sono dei casi in cui invece è necessario anticipare tale momento. Ad esempio quando vi è fondato motivo di ritenere che una persona non potrà essere esaminata nel dibattimento o che ci possano essere dei fattori o dei condizionamenti esterni che deteriorino la prova. Il giudice per le indagini preliminari Clelia Maltese ha accolto la richiesta della Procura di Palermo.
Separata dagli indagati
La diciannovenne fa rientro a Palermo, dunque, dalla comunità che la ospita da giorni. Parlerà in aula, ma non entrerà in contatto, neppure visivo, con gli indagati. Solitamente viene usato un separé. Dopo tanto parlare sui social, l’inchiesta torna nel suo alveo naturale. Dirette su TikTok e storie Instagram hanno accompagnato, quasi giornalmente, la cronaca dell’inchiesta sulla violenza di gruppo avvenuta il 7 luglio al Foro Italico. Ieri la diciannovenne è comparsa assieme al fidanzato a cui aveva chiesto aiuto dopo lo stupro. Lo stesso fidanzato che una sera di agosto l’avrebbe schiaffeggiata in strada prima degli arresti. “Nessuno può giudicare quello che succede in una coppia, fatevi i fatti vostri”, ha risposto così sui social la ragazza a chi la criticava per il riavvicinamento con il fidanzato.
Non si sa ancora chi sarà presente in aula fra Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani, Cristina Barone. Possono partecipare all’udienza, oppure rinunciarvi facendo presenziare solo i loro legali. Viene giudicato a parte Riccardo Parrinello che ha compiuto 18 anni dopo la violenza. Al termine di un eventuale processo rischiano condanne da 8 a 14 anni.
Si sono tutti difesi sostenendo che il rapporto sessuale fosse consenziente. Ed invece secondo l’accusa – che ha disposizione un video e delle intercettazioni – la diciannovenne sarebbe stata costretta e picchiata dopo averla spinta a ubriacarsi alla Vucciria.