CATANIA – Un centro per accogliere migranti a Camporotondo Etneo. È l’idea che circola almeno dalla fine dell’estate scorsa, e che lo scorso 20 novembre è tornata a comparire nella vita del comune etneo. Proprio lunedì la Protezione Civile, i Vigili del fuoco e rappresentanti della Prefettura di Catania hanno ispezionato un’area alla periferia di Camporotondo di proprietà della Città metropolitana. Suscitando il disappunto del sindaco Filippo Rapisarda, che non è mai stato informato dei progetti su ciò che avviene nel territorio che amministra.
La chiamata di settembre
La vicenda ha un prologo nei primi giorni di settembre scorso, quando Rapisarda riceve una telefonata dal prefetto di Catania: “Sono stato informato – racconta il sindaco di Camporotondo – che nel giro di quindici giorni sarebbe stato aperto un hub per migranti nel centro polisportivo del paese, che è di proprietà della Città metropolitana ma insiste sul territorio del mio comune”.
In quei giorni Rapisarda e altri esponenti politici fecero un po’ di rumore, incluso un consiglio comunale aperto in cui il sindaco minacciò di incatenarsi alla struttura per protesta. La questione sembrò congelarsi, il centro non aprì.
L’ispezione
Questo fino a lunedì scorso. Racconta Rapisarda: “Ho saputo per caso che a Camporotondo c’erano la Protezione civile, i Vigili del fuoco e un funzionario della Prefettura per ispezionare il centro polisportivo. Io sono andato subito in loco con tutta la giunta ed esponenti di entrambi gli schieramenti del consiglio comunale. Non ho chiesto niente, se non spiegazioni sul perché ancora una volta non fossi stato informato”.
La questione del centro migranti
Nessuno ha ancora informato il sindaco sull’esito del sopralluogo. Per il momento Rapisarda ha inviato una lettera al prefetto di Catania chiedendo di formalizzare un incontro con tutte le parti in causa, incluso il sindaco metropolitana, per sapere con esattezza quali sono i piani per l’area del centro polisportivo di Camporotondo Etneo.
“Voglio sottolineare che non c’è nessun razzismo – dice Rapisarda – ma quell’area non è per niente idonea a chi dovrebbe ospitare, e poi si trova a 150 metri dal centro abitato e a 50 metri dal complesso del villaggio Sant’Antonio, in cui vivono un centinaio di famiglie. In più ho delle perplessità su come sarà gestita la sicurezza, sia per i migranti che per i cittadini di Camporotondo, in un’area in mezzo alla sciara viva in cui non esistono tutti i servizi essenziali come l’impianto elettrico e idrico”.
Le notizie da Catania e provincia: continua a leggere su Livesicilia Catania