ROMA – Ultime ore per aderire al mini-condono su scontrini e fatture. Si chiude il 15 dicembre, dopo due mesi, la finestra aperta dal governo per consentire a commercianti e autonomi che hanno commesso violazioni e per i quali, tra l’altro, c’è il rischio della sospensione delle licenze.
Scontrini e fatture, cosa prevede la norma
Gli operatori Iva che hanno omesso di certificare uno o più corrispettivi incassati nel periodo dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023 possono regolarizzare le violazioni commesse, anche se già constatate dall’amministrazione con un processo verbale, usufruendo delle sanzioni ridotte previste dal ravvedimento operoso. Si tratta di fatture, scontrini o ricevute fiscali e si va dalle violazioni accertate dai verificatori agli importi battuti col Pos ma senza che sia stato emesso uno scontrino fiscale.
Ravvedimento scontrini e fatture, come aderire
Ci si può rimettere in regola pagando un diciottesimo del minimo edittale delle sanzioni previste, comunque a partire da 2mila euro. Per regolarizzare le violazioni che abbiano comportato anche una “infedeltà dichiarativa”, ovvero un “omesso o carente” versamento dell’Iva, la regolarizzazione avviene versando maggiori imposte, interessi e relative sanzioni, che vengono dimezzate, e presentando le dichiarazioni integrative. La regolarizzazione è possibile purché le violazioni siano constatate entro il 30 settembre 2023 e non siano state già oggetto di contestazione alla data del versamento integrale delle somme. Non è ammessa la compensazione.
La sanatoria non si applica in caso di omessa presentazione delle dichiarazioni annuali per gli anni d’imposta fino al 2022 e resta ferma la punibilità penale in caso di riciclaggio, autoriciclaggio e finanziamento del terrorismo.