PALERMO – Ai blocchi di partenza tutti i candidati alle primarie del Pd per la composizione delle liste per il Senato e la Camera. Le consultazioni si terranno in Sicilia e nel resto d’Italia quasi certamente domenica 30 dicembre, mentre entro il 22 dicembre andranno consegnate le firme per presentare le candidature di coloro i quali non sono deputati uscenti.
Intanto il toto-candidature conta già molti nomi tra i papabili per la corsa. Quel che è certo sono i nomi dei parlamentari che non hanno chiesto la deroga e dunque non si ricandideranno. In Sicilia non sarà quindi confermata in lista al Senato Anna Maria Serafini, moglie di Piero Fassino. Saltato l’accordo con i Radicali viene meno pure il seggio alla Camera di Rita Bernardini, che nella scorsa legislatura era stata eletta nell’Isola. Non avevano bisogno di deroga ma saranno fuori dalla dalla competizione i senatori Enzo Bianco e Costantino Garraffa. Giuseppe Berretta, che ha già annunciato la propria candidatura a sindaco di Catania, potrebbe invece essere comunque della partita. In realtà sui due candidati a sindaco del Pd per il capoluogo etneo (Berretta e Bianco) c’è un piccolo giallo, dal momento che il regolamento vieta ai candidati alla sindacatura delle città metropolitane di presentarsi alle primarie per il Parlamento. Catania è stata designata come città metropolitana, senza però esserlo formalmente, come però d’altronde tutte le altre.
Non mancheranno i volti nuovi in corsa. A Catania si parla della consigliera comunale Francesca Beretta. A Palermo della consigliera di circoscrizione Serena Potenza. Fra i giovani è in rampa di lancio Magda Culotta, 27enne sindaco di Pollina. L’area vicina a Cracolici potrebbe presentare il sindaco di Marineo, Francesco Ribaudo. Terza competizione in vista nel giro di pochi mesi per Davide Faraone, fedelissimo di Renzi. Non si presenterà invece l’insegnante e giornalista Mila Spicola. Una novità sta infatti nella possibilità di esprimere un doppio voto, con il secondo che deve necessariamente essere di un genere diverso dal primo, pena l’annullamento.
A Palermo si giocherà le sue possibilità l’ex deputato regionale Pino Apprendi, così come – salvo novità – anche il consigliere comunale Rosario Filoramo, il segretario provinciale di Palermo Enzo Di Girolamo ed il coordinatore regionale Enzo Napoli. Già in campagna elettorale l’ex deputato regionale Bernardo Mattarella, che non si è ripresentato nell’ultima tornata elettorale per l’Ars, così come gli uscenti Alessandra Siragusa e Tonino Russo, che fra gli altri godrà del sostegno di Fabrizio Ferrandelli. Potrebbe correre anche il leader di Amnesty International Roberto Zampardi. E sempre dal mondo dell’associazionismo potrebbe partire la corsa di Valeria Ajovalasit, presidente nazionale di Arcidonna. Non sciolto invece il punto interrogativo su Beppe Lumia che – nonostante abbia ottenuto una delle dieci deroghe concesse dalla direzione nazionale – potrebbe essere il capolista del Megafono di Crocetta, se davvero la lista del presidente parteciperà alla competizione. Tra i dieci big che hanno ottenuto la deroga c’è anche Anna Finocchiaro. Ma la capogruppo al Senato potrebbe saltare le primarie per finire nella “riserva” espressa dal segretario, così come forse accadrà a Sergio D’Antoni.
Nel resto della Sicilia non fanno passi indietro gli uscenti. Giovanni Burtone e Marilena Samperi a Catania, Daniela Cardinale a Caltanissetta, Mirello Crisafulli a Enna, Angelo Capodicasa ad Agrigento, Nino Papania a Trapani e Francantonio Genovese a Messina. Nella città dello Stretto, la responsabile dell’organizzazione Liliana Modica (vicina a Genovese) sarà in corsa, dopo il buon risultato ottenuto con la regia delle primarie che hanno incoronato Bersani. A Caltanissetta dovrebbe correre l’ex presidente dell’Antimafia Lillo Speziale, che non si è ricandidato all’Ars per aver superato il limite di legislature. E forse anche il deputato uscente non riconfermato Miguel Donegani potrebbe provarci. A Siracusa si parla di una quasi certa candidatura dell’ex segretario provinciale Giovanni Cafeo.
E chi può votare? Gli iscritti al Pd almeno dallo scorso anno e gli elettori che hanno votato alle primarie per la scelta del candidato premier. Anche in questo caso bisognerà versare una sottoscrizione di almeno due euro per poter ritirare la scheda elettorale. Confermata la discussa norma secondo cui i candidati debbano svolgere la propria campagna elettorale senza avvalersi di pubblicità a pagamento. Intanto oggi alle 15 si terrà la direzione regionale del partito all’Nh Hoteles di Palermo, dove si discuterà proprio delle primarie, approfondendo le tematiche del tesseramento e del regolamento.