ENNA – Il Pm Michele Benintende ha chiesto 18 anni di reclusione per Laura Di Dio. Trentunenne di Pietraperzia, il 4 febbraio scorso pugnalò a morte la suocera Margherita Margani. La Procura le contesta l’omicidio volontario, aggravato dal rapporto di affinità con la vittima. Per il pm, l’aggravante è da considerarsi prevalente rispetto all’attenuante delle seminfermità mentale, che è stata riconosciuta. Per l’accusa, la Di Dio avrebbe ripetutamente colpito la suocera, dapprima con un coltello da cucina e successivamente con una forbice all’altezza della gola.
Le attenuanti
Non sono contestate invece le aggravanti della premeditazione e della crudeltà che, se ipotizzate, avrebbero vietato per legge il giudizio abbreviato. In quel caso, l’imputata avrebbe rischiato l’ergastolo. Il vizio parziale di mente, si ricorda, è stato riconosciuto dal perito del gip, il professore Antonino Petralia. Va detto che il consulente di parte, per la difesa, cioè il professore Rino Bruno, propendeva invece per l’infermità totale.
Le arringhe
Oggi in udienza, dopo la requisitoria del pubblico ministero, hanno preso la parola i difensori delle parti civili – l’avvocato Giacomo Pillitteri e gli avvocati Giuseppe e Angelo Maria Tambè – poi si è rinviato all’8 febbraio. La sentenza è in programma invece nell’udienza successiva, il 22 febbraio. La prossima prenderà la parola l’avvocato Antonio Impellizzeri, poi toccherà all’avvocato Salvatore Timpanaro. Sono i due difensori dell’imputata. La Procura di Enna, si ricorda, aveva chiesto il giudizio immediato.