Deputati regionali e nazionali con mogli e figli negli enti, intere famiglie a gestire gli istituti, consiglieri comunali e provinciali nei consigli di amministrazione. Un dossier di S svela che la Formazione professionale in Sicilia è spesso un affare di famiglia. Gli interessati si giustificano: “Le assunzioni non c’entrano con la politica”.
Eppure la politica e la Formazione vanno a braccetto. Il nuovo numero di “S”, da oggi in edicola e acquistabile online tramite l’edicola di LiveSicilia, svela come la Regione ha speso negli ultimi anni i soldi stanziati dall’Unione europea. Fa luce, ad esempio, su un fenomeno finora rimasto nell’ombra, il cosiddetto sottosoglia. Decine e decine di enti si sono ritrovati con un numero di iscritti inferiore al 50 per cento di quelli inizialmente previsti. Per avere il via libera hanno dovuto ottenere una speciale autorizzazione dalla Regione. Niente di illecito, per carità. Fatto sta che ci sono enti che hanno formato una manciata di allievi o poco più. Quaranta, 50 e, nei casi limite, fino a 120 mila euro per un solo allievo. Roba da fare impallidire le migliori scuole del mondo.
La Formazione professionale è un sistema che scricchiola. Che è servito a volte solo per garantire migliaia di stipendi. E c’è pure chi è stato pagato per non lavorare. E’ successo davvero, al Ciapi. Certamente ci sono esempi virtuosi, ma sono tanti quelli sui cui la magistratura ha ritenuto necessario accendere i riflettori delle indagini. S fa il punto sulle tante inchieste in corso. Inchieste che seguono un doppio binario. La Procura regionale della Corte dei conti sta passando al setaccio decine di faldoni per scoprire come sono stati spesi i soldi. In centinaia rischiano di ricevere un invito a dedurre con l’ipotesi di avere provocato un danno erariale. Ipotesi che per molti è stata già confermata dai giudici come dimostrano le sentenze di condanna. Vi sveliamo chi è stato condannato e quanto ha pagato.
I dati raccolti dai magistrati contabili vengono incrociati con gli esiti investigativi raccolti dai pubblici ministeri della Procura di Palermo. L’oneroso compito di dare nuove regole a un sistema che imbarca acqua spetta al neo assessore alla Formazione Nelli Scilabra. Che dalle pagine di S ammette quanto complicato sia il lavoro: “Quando sono arrivata conoscevo solo ciò che avevo letto, cioè quel che non va. Ma stando qui ho scoperto che le distorsioni sono più di quanto mi aspettassi”.
L'assessore chiede i nomi dei familiari dei politici negli enti? Il mensile li pubblica tutti, città per città. E svela i retroscena degli sprechi: a partire dai cosiddetti "sottosoglia", corsi nei quali un solo allievo costa alla Regione 120 mila euro.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo