PALERMO – Era noto che Antonio Vaccarino avesse collaborato con i servizi segreti per stanare Matteo Messina Denaro. Si erano scambiati un lungo carteggio.
Era stato scritto sui giornali e l’ex sindaco di Castelvetrano lo aveva ammesso in aula.
Le ricette per il latitante
Nonostante ciò sarebbero proseguiti i rapporti fra Vaccarino e Alfonso Tumbarello, il medico che aiutò Messina Denaro nel suo percorso di cure contro il tumore.
Era lui a prescrivere le ricette ad Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato una delle identità usate dal latitante. “Pensavo che fosse davvero Bonafede la persona malata”, si è sempre difeso il medico.
Falso, sostiene l’accusa: Tumbarello sapeva benissimo che dietro Bonafede si nascondesse il padrino. Di Vaccarino si è tornato a parlare due giorni fa, nel processo al medico Tumbarello, durante la deposizione di un investigatore del Ros che ha partecipato all’arresto di Messina Denaro.
Il carabiniere ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova. Ed è saltata fuori ancora una volta la figura dell’ex sindaco deceduto nel 2021, arrestato per mafia, condannato per droga e di nuovo arrestato prima della morte per una storia di soffiate su indagini in corso.
C’è un’informativa che ricostruisce i rapporti con Tumbarello. Il numero del cellulare di Vaccarino era nella rubrica del medico che ha conservato alcuni messaggi con i quali Vaccarino lo invitava ad incontri di natura politica. Roba vecchia, sostiene il medico.
Il figlio dell’ergastolano
C’è, però, una telefonata intercettata nel 2017 che, alla luce dell’arresto di Messina Denaro e Tumbarello, va riletta con attenzione. Fu Vaccarino a organizzare un incontro fra Tumbarello e Vito Alessandro Lombardo, genero del mafioso di Marsala ed ergastolano Francesco D’Amico.
Lombardo faceva il resoconto a Vaccarino: “… sì va bene a posto, nel senso che ci siamo visti, abbiamo parlato, non è così semplice, poi le spiego”. “Interessante che ti ha accolto bene, la cosa importante è questa”, aggiungeva Vaccarino con una risposta in parte omissata.
Ancora più interessante la conversazione fra Vaccarino e Tumbarello. “Ci sono troppi che hanno bisogno di noi e non possiamo lasciarli”, diceva il primo. “E lo so, lo so”, confermava il secondo.
Di cosa parlassero resta un mistero. Sicuri sono i rapporti fra il medico e l’ex sindaco di Castelvetrano, e la storia dell’incontro.
Incontro nello studio medico
Una storia che si ripete. C’è stato un altro appuntamento ben più importante. Tumbarello conosce bene uno dei familiari di Messina Denaro. Si tratta del fratello dell’ex latitante, Salvatore, che per un periodo ha guidato la famiglia mafiosa di Castelvetrano. Così come conosceva bene Vaccarino perché “abbiamo militato nello stesso gruppo politico, all’interno dell’Udc…”.
Talmente buono era il loro rapporto che un giorno Vaccarino gli chiese di organizzare un incontro con Salvatore Messina Denaro.
Tumbarello lo ha confermato: “Trattandosi di due persone libere, che avevano, diciamo, che avevano avuto problemi di natura giudiziaria, ma che in quel momento erano libere, che in quel momento non avevano nessuna limitazione, non mi è sembrato che ci fosse niente di male nel procurare…”.
Si videro nel suo studio, Tumbarello li lasciò da soli, “in un orario, in una giornata in cui non c’era nessuno allo studio”. Fu l’inizio del carteggio fra Svetonio (Vaccarino) e Alessio (Messina Denaro). Vaccarino stuzzicò il latitante con alcuni affari. Dopo tante lettere il rapporto epistolare si interruppe bruscamente.
Di Vaccarino Messina Denaro ha parlato ai magistrati di Palermo il 13 febbraio scorso. Interrogato dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, Messina Denaro confermò di essere l’Alessio del carteggio e disse che Vaccarino lo aveva tradito “per soldi”, “era pilotato dai Ros”.
Il carteggio è datato 2004-2006. Nel 2012 Vaccarino raccontò in aula la storia dell’incontro con il fratello di Messina Denaro nello studio del medico.
Nonostante ciò nel 2017 Tumbarello, considerato una pedina dello scacchiere di massima fiducia del capomafia, era ancora in contatto con Vaccarino, l’uomo dei misteri.