PALERMO- La domanda è la stessa ovunque: e se ci fosse stato Matteo Renzi? Se al posto di giaguari ipoteticamente smacchiati, di ‘ragassi’, di Bersani che imita Crozza e non si capisce più la differenza? Se, se, se… La sconfitta politica di Pierluigi è acuita dal fantasma di Matteo. E’ il pensiero che circola sul web, nel luogo in cui frotte di anti-berlusconiani in crisi progettano un futuro sconsolato. C’è chi vuole fuggire, magari in Guatemala. C’è chi cerca una terapia omeopatica, uno psicologo, un posto di sussistenza nella legione straniera. E c’è il quesito, il tarlo: e con Matteo?
In parte è un vecchio vizio della sinistra che non conosce la condivisione nella vittoria, figuriamoci nel terremoto che le è piovuto addosso. Ma il dubbio resta. E rimane il fatto: il Pd si è fatto schiacciare, ha subito la campagna elettorale altrui, non è uscito dall’angolo, sperando che bastasse. Non è bastato.
Per esempio, il renziano Davide Faraone, fresco onorevole, scrive sui social: “Grazie a tutti per i messaggi di sostegno. Non riesco però a gioire fino in fondo. Abbiamo preso la traversa a porta vuota, niente gol”. Già, niente gol. E Matteo che indossa nelle partitelle la maglia del suo Jovetic? Avrebbe segnato, Matteo? Non si sfugge. Non si scappa. Renzi (la sua bacheca è inondata di lacrime virtuali) è il rimpianto che acuisce il lutto elettorale del Pd, nella nebbia di un inaspettato 26 febbraio. Senza gol.